Domani, il tuffo in Europa. La Roma partecipa a una coppa, seppur minore rispetto alle altre, e inevitabilmente da protagonista. La Conference è l'occasione, il play-off è l'incipit, ma contro il Trabzonspor si parte con l'handicap, visto che Abraham ancora non c'è e Smalling viene perso per strada (lesione al flessore, salta anche la prima di campionato, e poi chissà). Dopo una serie di amichevoli-studio, si riparte: ecco le partite vere, come piace definirle a Josè Mourinho, il quale dopo una quarantina di giorni di sudore e silenzio, è tornato a parlare, concedendosi al canale amico, quello della Roma. «Dopo tanto lavoro, arriva il momento che piace a tutti. Non mi piacciono le amichevoli, le partite sono partite, e abbiamo cercato di prendere esattamente questo come una motivazione per tutti, la verità è che per i tre punti si gioca domenica con la Fiorentina e ancora più difficile è giocare per il knockout: si comincia in Turchia". Intanto Mourinho aspetta altri rinforzi, per ora si allinea ai concetti societari. E' consapevole che il mercato a volte prende strade diverse, così, all'improvviso. « Sarà la prima e spero l'ultima volta che lo dico: mi mancherà qualcosa che avevo pensato quando ho analizzato la squadra inizialmente, mi mancherà qualcosa (il regista, ndr), però devo solo ringraziare per il mercato che hanno fatto per noi. Questa per me è una famiglia. Se arriveremo alla fine del campionato, ci renderemo conto che saremo stati più tempo con questa famiglia che con quella di sangue». E infine, Abraham, che è tornato a Londra e proverà a essere disponibile per la Fiorentina (ancora nel caos telematico la vendita dei biglietti). «Tammy? Lo conosco da quando era bambino. Aspettate e vedrete».
(Il Messaggero)