[...] Due narratori, due incantatori. Prima regola: non dismettere mai l’abito di scena. «Alla Roma prometto 24 ore di lavoro al giorno o poco meno, calcolando il tempo che mi serve per dormire». Con la finzione di non volersi sovrapporre alla squadra e all’ambiente, ma quando mai: «Non sarà la Roma di Mourinho ma dei romanisti, io non sono nessuno, sono soltanto uno in mezzo ai tifosi». Amabile bugia, vista l’attesa smisurata che ha accolto il portoghese nella città di Audrey in Vespa, «ma non sono venuto qui in vacanza». Resta però in sottofondo il sospetto di vacanze romane («Poi, dolce vita che te ne vai/sul Lungotevere in festa»), soprattutto dopo le ultime non esaltanti stagioni di Marco Aurelio in Inghilterra [...].
(La Repubblica - M. Crosetti)