Roma caput mundi» resta una città senza uno stadio degno della sua magnificenza. La nuova opera, che sarebbe dovuta sorgere nell'area dell'ex ippodromo di Tor di Valle, era la bandiera della sindaca Virginia Raggi. Prima osteggiata e poi sponsorizzata dai 5 Stelle. La questione rischia di finire a suon di carte bollate, che potrebbero prosciugare le casse del Campidoglio di decine di milioni di euro. Eurnova, che avrebbe dovuto costruire lo stadio, è pronta infatti a rifarsi sul Comune di Roma qualora non se ne facesse più nulla. E non cede di un passo, nonostante abbia venduto l'area e il progetto al miliardario cecoslovacco Radovan Vitek. Nei giorni scorsi, il Consorzio ha avvertito assessori e consiglieri capitolini che darà battaglia in caso di voto favorevole alla revoca dell'«interesse pubblico» al progetto. Progetto, che la sindaca ora vede come fumo negli occhi dopo l'abbandono dell'imprenditore Pallotta e l'arrivo del californiano Dan Friedkin, che vuole costruire altrove lo stadio. Intanto è la sindaca che minaccia denunce: «Abbiamo pronta una querela redatta dall'avvocatura capitolina per le pressioni indebite che Eumova sta esercitando. Ai consiglieri dico di stare tranquilli».
(Il Giornale)