LEGGO (M. ZORZO) - Penso che un sogno così non ritorni mai più... E invece è tutto vero. Anche se è stata una sofferenza, vietata ai deboli di cuore. Stavolta non c'è due senza tre, nel senso che dopo due ko con gli spagnoli agli Europei (208 e 2012), l'Italia timbra il pass per la finale di domenica a Wembley. Battuta, ai rigori una Spagna coriacea che ha messo in seria difficoltà l'ItalMancini.
Decisivo Donnarumma che para il rigore di Morata e Jorginho certifica la vittoria: 5-3 dopo i tiri dal dischetto. All'errore iniziale di Locatelli, a bersaglio Belotti, Bonucci, Bernardeschi e poi quello decisivo dell'ex Napoli. Proprio sotto la curva dei tifosi italiani a Wembley (10.000). Esplode la festa in campo e sugli spalti, con Gianluca Vialli a ricevere l'abbraccio (virtuale) del popolo azzurro. Mentre sono lacrime amare per Luis Enrique e i suoi ragazzi, costretti al terzo supplementare consecutivo. Questa volta amarissimo per gli iberici.
Roberto Mancini, praticamente sfatto, spiega la contesa che ha regalato la finale all'Italia: «Se siamo arrivati a questo punto i meriti non sono miei ma dei ragazzi che hanno creduto a tutto questo. Però non è ancora finita, c'è un lavoro da finire. Dobbiamo recuperare le forze che sono rimaste e giocarci la finale».
E poi ancora, di getto: «Partita durissima, la Spagna è una grande squadra, gioca benissimo ed è maestra nel palleggio. Noi abbiamo fatto una buona gara ma non come al solito, sapevamo però che sarebbe stata durissima».
Spagnoli senza centravanti, con Morata inizialmente in panchina, e azzurri in difficoltà. «Sì, all'inizio sì - sbotta il ct - ma poi abbiamo trovato le coordinate giuste e non abbiamo rischiato particolarmente. Ma non abbiamo vinto all'italiana. Le squadre di calcio attaccano e difendono, non possiamo solo attaccare, e comunque abbiamo avuto le nostre occasioni per fare gol. È stata una partita molto aperta».
Eccoci alla partita. Difficile. Lo si sapeva. Questa Spagna che fa del possesso palla e del pressing alto il suo marchio di fabbrica inconfondibile. Sfida però bloccata, tanto che proprio allo scadere della prima frazione Emerson Palmieri coglie la traversa, imbeccato da Insigne.
Italia che in sordina trova il vantaggio con un gol-capolavoro di Chiesa, infila l'1-0 (60'). Spagna che non si arrende. Anzi, Dani Olmo sfiora il pari con colpo di esterno (67'). Un minuto più tardi Berardi, ispirato da Chiesa, ha la palla del 2-0, ma spara sul portiere che si salva di piede. Pareggio che Luis Enrique trova all'80' grazie a Morata: lo juventino, imbeccato centralmente, buca Gigio. E si va ai supplementari. Dove in mezz'ora non succede quasi nulla. Quindi la lotteria dei rigori che stavolta ha sorriso agli azzurri, come al Mondiale 2006 in Germania contro la Francia. Un segno del destino. Chissà...