In attesa della trasferta di San Siro contro l’Inter scudettata, la Roma che guarda al futuro ha già una certezza: Darboe guadagna 50.000 euro netti all’anno e di sicuro non ha sfigurato in assenza di Diawara (2,5 milioni). Fare un paragone tra Zalewski e Pastore (4,5 milioni) è ancora più imbarazzante. È vero che per vincere servono giocatori forti ed esperti, ma lo è altrettanto che promuovere in prima squadra almeno tre/quattro dei migliori calciatori del vivaio è una necessità. Non è un caso che Tiago Pinto, tra i suoi obiettivi a breve, abbia quello di tagliare la rosa e arrivare a 18 contratti professionistici importanti e 4 ragazzi della Primavera aggregati alla prima squadra. Mourinho, che non ama i gruppi ipertrofici, dove c’è sempre qualche muso lungo, è d’accordo con questa politica gestionale. Certo, il problema da affrontare non è semplice: tutte le squadre vorrebbero liberarsi dei calciatori che guadagnano tanto e giocano poco o niente. Proprio per questo, però, questi giocatori non hanno mercato. L’altra via per cercare di abbassare i costi è trovare operazioni in prestito che garantiscono calciatori di buon rendimento senza costare una fortuna. Sabatini lo aveva fatto con Szczesny, per due anni in prestito dall’Arsenal. Petrachi ha ripetuto l’operazione con Borja Mayoral, arrivato in prestito dal Real Madrid con un accordo particolarmente favorevole per i giallorossi: a fronte del pagamento di 2 milioni per il prestito oneroso, la Roma ha un diritto di riscatto immediato per 15 milioni e di 20 nella stagione 2021-22.
(corsera)