IL PUNTO DEL LUNEDI' - TORRI: "Il fallimento di Fonseca è lasciare una non squadra" - BUFFONI: "A Mourinho una montagna di lavoro da fare"

24/05/2021 alle 11:17.
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LAROMA24.IT - Il 2-2 in rimonta sullo Spezia tiene aggrappata la Roma al 7° posto permettendole, per due gol in più rispetto al , di giocare la prossima, prima, edizione di Conference League. Per Romolo Buffoni, su 'Il Messaggero', Fonseca "lascia a Mourinho una montagna di lavoro da fare, soprattutto nella testa dei giocatori che resteranno a Trigoria". 

"Il maggior fallimento del tecnico portoghese è quello di lasciare in eredità una non squadra", il commento di Piero Torri dalle pagine de 'Il Romanista'.


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


IL MESSAGGERO (R. BUFFONI)

Fonseca ha salutato con il suo stile: cordialità, educazione ma anche poca predisposizione per le battaglie che propone il calcio italiano. Anzi, il calcio di Italiano ovvero dell'allenatore dello Spezia che a fine gennaio aveva dato il via alla crisi dei giallorossi, con la clamorosa eliminazione dalla coppa Italia. Fonseca lascia con un pareggio in rimonta, dopo l'ennesimo primo tempo gettato via, utile per non fallire totalmente. Ma lascia a Mourinho una montagna di lavoro da fare, soprattutto nella testa dei giocatori che resteranno a Trigoria.


IL TEMPO (T. CARMELLINI) 

Sarebbe stato troppo, anche per questa Roma. E invece l’era Fonseca si chiude con un settimo posto che vale almeno la Conference League della prossima stagione: anche se solo per la differenza reti proprio contro il . Eppure dopo la prima frazione giocata ieri sera contro lo Spezia, c’era netta la sensazione che anche questa piccola impresa potesse sfuggire di mano ai giallorossi. Brutti, inguardabili senza ne voglia ne cuore, tartassati dai padroni di casa che l’avevano asfaltata per quarantacinque minuti. E il 2-0 con il quale si era concluso il primo tempo andava addirittura stretto alla squadra di Italiano che si è agitato per l’intera gara come un’anima in pena sulla sua panchina.


IL ROMANISTA (P. TORRI)

[...] Quella contro lo Spezia era l'ultima di Paulo Fonseca sulla nostra panchina. Il tecnico portoghese in questi due anni in cui si è fatto apprezzare per stile, eleganza, educazione, ci ha sempre detto che i bilanci si fanno alla fine (la società li ha fatti prima per la verità). Ora, caro Paulo, il bilancio non può che essere ai confini del fallimento. Non si è andati oltre, solo perché, in extremis, si è riusciti a conservare un posto in Europa, nella neonata Conference League. Meno male.[...]

Dallo Spezia allo Spezia. Perché tutto è cambiato in quella notte di coppa Italia contro i liguri che portò alla vergogna dei sei cambi e dell'eliminazione, ma anche al durissimo confronto tra Fonseca e il suo staff da una parte e  (e alcuni compagni) dall'altra. Quella notte si è rotto qualcosa e lo si è visto in tutte le partite giocate dopo, anche in quelle vinte, derby escluso. La Roma non è stata mai più una squadra. E Fonseca non è stato capace di trovare almeno una parziale medicina in grado di ridare un'anima ai giallorossi. E questo è stato il maggior fallimento del tecnico portoghese, cioè quello di lasciare in eredità una non squadra.

[...] L'obiettivo è quello di costruire un futuro diverso dal presente. La società dovrà dargli una mano con un mercato intelligente pur sapendo che non ci saranno decine di milioni da investire. Per Mourinho sarà una sfida totale. Ma lo Special One è o non è l'uomo dalle sfide impossibili?

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