IL TEMPO (F. CICCIARELLI) - «Siamo arrivati alla fine di un ciclo ed è giusto che uno tolga il disturbo». Gigi Buffon annuncia l’addio alla Juventus - ma non al calcio, potrebbe continuare in caso di offerte stimolanti dall’estero - e il commiato è sintomatico del momento, ben diverso dal saluto commosso di tre anni fa al fianco di Andrea Agnelli. Il portiere si congeda in un’intervista a Bein Sport, alla vigilia della trasferta con il Sassuolo (diretta su Dazn alle ore 20.45) in cui partirà titolare. Un confronto da cui dipendono le speranze di agguantare il treno Champions League dopo aver lasciato per strada «punti stupidi», segno di una squadra «che deve ancora crescere caratterialmente».
La mancanza di reazione alle difficoltà è una costante acuita nelle ultime uscite, non a caso alla vigilia Andrea Pirlo insiste nel non voler vedere «rassegnazione sulla faccia dei giocatori, perché ci sono tre partite». L’Europa resta l’argomento centrale di casa Juve anche per gli strascichi della Superlega, con il presidente federale Gabriele Gravina a fare da mediatore nel muro contro muro con la Uefa. «Ho sentito Agnelli - ha raccontato - e per me è doveroso cercare un percorso di dialogo, ci sono i presupposti per il superamento di posizioni distanti. Vedo abbastanza impraticabile l'idea di punire un'idea progettuale che non si è concretizzata, ma non è possibile partecipare a un campionato nazionale se non si accetta di rispettare i principi fondanti».
Segnali di distensione arrivano anche dalla riunione dei club di A. «Si sono chiarite delle posizioni - ha spiegato Urbano Cairo, presidente del Torino - ed è sempre un bene parlarsi. Passo indietro della Juve? Si fa in maniera pubblica».