IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Stavolta vince la Roma. Fonseca pareggia i conti stagionali nella stracittadina, cancella il 3-0 dell’andata con un 2-0 altrettanto netto. Un successo che regala (o quasi) alla Roma l’Europa e conclama la fine della rincorsa Champions della Lazio già ampiamente compromessa dalla vittoria nel pomeriggio della Juventus. Alla fine, come spesso successo i pronostici della vigilia si sono ribaltati. Al derby la Lazio arrivava con un ruolino di marcia impressionante (otto vittorie nelle ultime dieci partite), mentre la Roma con le ossa rotte: sette giocatori rotti e quattro sconfitte nelle ultime sei uscite di campionato.
Eppure ieri in un Olimpico ancora deserto che ha ospitato l’ultima partita della stagione (da oggi il campo sarà riservato agli Europei), è stata proprio la Lazio a non giocare, ad arrivare molle: esattamente come fu con la Roma nella gara d’andata. La squadra di Fonseca parte forte, si presenta con il nuovo modulo e una squadra molto più accorta rispetto all’andata: ma ogni volta che si allunga la Lazio è pericolosa. Inzaghi & Co. amano giocare negli spazi e le indecisioni difensive dei giallorossi mandano a nozze gli attaccanti biancocelesti. Sulla fascia poi Lazzari si conferma spina nel fianco e Bruno Peres sui suoi affondi va sempre in affanno. Non è un caso che arrivino proprio da quella parte le insidie biancocelesti: prima Karsdorp salva su Luis Alberto, poi Fuzato (in grande serata) fa un miracolo sempre sul laziale trai più pericolosi lì davanti. Scintille in tribuna dopo il gol annullato a Muriqi per fuorigioco: Juan Jesus fa un gestaccio a Tare che non gradisce e risponde per le rime: volano insulti... è derby anche lì.
Dall’altra parte la Roma non va oltre un colpo di testa di Dzeko (migliore dei suoi) che fa da prologo alla grande occasione targata Milinkovic: ma il sergente non trova il tempo per scavalcare Fuzato in uscita. Qui la partita gira, perché proprio mentre la Lazio cresce la Roma la castiga. Gran palla di El Shaarawy (che finora aveva rimediato solo umiliazioni da Milinkovic) per Dzeko, ottimo lavoro sporco con Acerbi che non rischia il fallo da rigore e consente al bosniaco di metterla dentro: tutto facile per Miki che porta avanti la Roma. Nella ripresa la gara non cambia, la Lazio non cresce e permette ai giallorossi di prendere campo e confidenza.
Fuzato dice no a Immobile e sul rovesciamento di fronte arriva il gol capolavoro di Pedro che fa tutto da solo e infila con un diagonale imprendibile Reina per la seconda volta. La Lazio finisce qui, la Roma continua a martellare ma non riesce ad andare oltre: a Fonseca va benissimo così. La vittoria al derby non cambia molto e non salva di certo una stagione fallimentare, ma almeno regala una piccola gioia ai tifosi romanisti. Ai laziali resta l’Europa League e il fatto di aver chiuso per il secondo anno consecutivo davanti ai rivali cittadini. E va bene pure a Mourinho che a fine gara si complimenta con squadra e connazionale... forse inizia a intravedere qualcosa di quello che sarà.