CORSPORT - Carlo Ancelotti esulta all'arrivo di José Mourinho alla Roma. L'ex calciatore della Roma e ora tecnico dell'Everton ne ha parlato in una lunga intervista al quotidiano sportivo. Questo un'estratto:
C'è anche chi pensa che sia bollito.
«Sai cos'è bollito? Il cotechino nel carrello è bollito».
Immagino che la notizia abbia sorpreso anche te. Cosa potrà dare alla Roma? Ci hai pensato?
«Non me l'aspettavo, nessuno se l'aspettava.. Mou porterà entusiasmo, conoscenze, personalità. È un grande allenatore. Ho un bellissimo rapporto con lui, è un amico, e da tanti anni. Mi ha subito ringraziato per il messaggio che gli ho inviato, i complimenti, così ho aggiunto una cosuccia: "Sono contento perché vai ad allenare una squadra alla quale tengo molto"».
La tua Roma.
«La mia Roma. I tifosi lo adoreranno».
Viene da stagioni poco positive.
«Dipende sempre dalle aspettative che una società ha. Il Tottenham sperava di arrivare tra le prime quattro, non ci stava riuscendo e per questo ha cacciato Pochettino. Mourinho ha dovuto fare i conti con un sacco di infortuni. A Manchester non aveva fatto male, aveva vinto l'Europa League ed era entrato agevolmente in Champions... La Premier non è un campionato come gli altri, è molto competitivo, lo dimostra il fatto che due anni fa le finali europee le hanno giocate quattro inglesi e che quest'anno la storia ha rischiato di ripetersi. Si possono fare tanti discorsi per tentare di spiegare la loro superiorità sulle italiane, io la risolverei così: in Premier ci sono i giocatori e i tecnici migliori. La vera differenza risiede nella qualità. Che ha un prezzo».
L'arrivo di Mourinho alla Roma può essere paragonato al tuo passaggio al Napoli?
«Ci devo pensare».
In entrambi i casi il palmares del tecnico era ed è notevolmente più reco di quello del club. Altra coincidenza, nient'affatto casuale: sia tu che lui avete fatto le cose di nascosto.
«Allora sì, può essere. Alla fine conta la voglia che uno ha di allenare. Stare fermi a lungo non piace a nessuno, il desiderio è sempre quello di ritrovare il campo. Roma e Napoli, poi, sono piazze importanti. Come in ogni azienda che si rispetti, anche nel calcio il risultato finale deve essere rapportato alle aspettative iniziali. Ci sono squadre che hanno l'obbligo dello scudetto e altre che puntano a entrare tra le prime quattro, altre ancora si pongono un solo obiettivo: mantenere la categoria»