IL TEMPO (A. AUSTINI) - Tutto in 180 minuti. La Roma prova a ridare un senso a una stagione che in campionato, praticamente, non lo ha più: c’è l’Europa League per ricrearsi un obiettivo, sognare una coppa e la qualificazione in Champions, ma bisogna per prima cosa eliminare l’Ajax, rivale dei giallorossi stasera nell’andata dei quarti. Nella suggestiva (ma vuota) Johan Cruyff Arena di Amsterdam stasera si gioca il primo atto contro i temibili ragazzini allenati da Erik ten Hag. Chi passa il turno trova la vincente di Manchester United-Granada in semifinale, con andata in trasferta. Non è più la squadra che ha sfiorato due anni fa la finale di Champions, ma questo Ajax in ricostruzione ha comunque già in tasca il titolo olandese, si giocherà dopo la Roma la finale della coppa nazionale e si approccia alla partita con serenità.
Quella che Fonseca e i suoi non possono avere. Il tecnico perché sa di giocarsi le poche residue chance di conferma proprio nelle gare europee, i giocatori perché a forza di perdere terreno in campionato e di farsi male uno dietro l’altro hanno smarrito quelle certezze che avevano tenuto a lungo la Roma in zona Champions. «Servirà una partita perfetta - dice il tecnico alla vigilia - l’Ajax è una squadra con grandissimi giocatori, mi aspetto una sfida equilibrata fino alla fine della gara di ritorno». Dell’Ajax teme soprattutto la fase offensiva. E fa bene. «Sono molto pericolosi in avanti, la loro filosofia è simile a quella dello Shakhtar e del Sassuolo, noi dobbiamo difendere bene e non lasciarli giocare». In questo senso si spiega la scelta di affidarsi a Diawara in coppia con Veretout, tenendosi Villar come cambio buono durante la gara.
Fonseca spera anche in un moto d’orgoglio di Dzeko. Ma sulla fascia da capitano tolta al bosniaco, confessa che «rifarei tutto allo stesso modo». Il portoghese ha il volto tirato e la barba incolta, sa che la società si sta guardando intorno e per lui diventa difficile restare insensibile alle continue voci sui nuovi allenatori in arrivo. Detto che la strada per Allegri resta impervia, da Trigoria smentiscono con fermezza incontri e contatti con Sarri. Sarebbe il suo agente, in realtà, a proporlo a Tiago Pinto. E resta da capire se la Roma si indirizzerà proprio sul toscano. I giocatori aspettano e provano a concentrarsi sull’Ajax. «Non è vero che contestiamo i metodi di lavoro del mister - giura Gianluca Mancini - queste cose vengono dette per tirare la Roma dentro i casini. Veniamo da alcuni risultati negativi, non è un buon momento ma dobbiamo fare bene. Possiamo passare il turno, ma sta a noi dimostrarlo». Sarà il campo a parlare.