IL TEMPO (A. AUSTINI) - C’è da sperare che sia un bluff. Oppure è semplicemente finita la sua voglia di lottare, sentendosi ormai condannato all’addio. Ma ascoltare Paulo Fonseca dire che «la Roma ha fatto una buona partita» lascia quantomeno perplessi. Una squadra svuotata, negli effettivi disponibili ma soprattutto nell’animo, ormai arresa a chiudere un campionato che al massimo potrà regalare una piazza in Europa League, la coppa ancora da giocare in questa stagione per provare a dare un senso a questo finale. Ieri, intanto, è arrivata la sentenza sulla rincorsa alla Champions, con un pareggio contro un Sassuolo altrettanto in emergenza.
Eppure Fonseca diffonde messaggi positivi: «Dal punto di vista strategico abbiamo fatto una buona partita. Non siamo entrati bene in campo ma dopo ci siamo sistemati, abbiamo segnato e creato situazioni pericolose. Non mi aspettavo di subire il pareggio ma è stato anche merito del Sassuolo. Potevamo portarla a casa, è stato pesante non farlo, però la squadra si è comportata bene e giocando così ne vinceremo altre». Nulla da dire neppure all’arbitro, che non ha fatto battere la punizione finale ai giallorossi. «Ha fatto una buona gara e gli ho detto questo perché è la verità». Addio quarto posto? Il tecnico non può dirlo e su questo è inattaccabile. «No no, continuiamo nella lotta. Adesso pensiamo alla gara con l’Ajax. Non sarà facile, loro sono una squadra fortissima. È una grande responsabilità rappresentare l’Italia in Europa, ma vogliamo prendercela perché crediamo in noi stessi». Ai romanisti sconsolati non resta che sperare che abbia ragione lui.