IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Si presenta senza mezza squadra, perde altri pezzi pregiati per la strada (si è rotto anche Spinazzola), eppure la Roma torna vincitrice da Amsterdam contro l’Ajax nell’andata dei quarti di finale di Europa League.
Succede tutto in una surreale, quanto glaciale, serata olandese nella quale i giovani lancieri di casa prendono per lunghi tratti a pallonate i giallorossi, ma rimediano alla fine la meritata lezione. Vince la Roma che non ha mai mollato, è riuscita a restare in partita anche quando sembrata tutto da buttare e torna a casa con un successo che fa ben sperare per il futuro: che poi è giovedì prossimo... ultima partita che può dare un senso a una stagione altrimenti da buttare.
Il gol-liberazione di Ibanez (stop di petto e girata in porta di sinistro) è l’algoritmo della serata visto che poco prima, proprio lui, aveva commesso un fallo da rigore assurdo. È la chiave di lettura di una serata incredibile nella quale è successo tutto e il contrario di tutto. I peggiori, poi si sono trasformati in uomini chiave, perché questo è il paradosso della Roma: o forse sarebbe meglio dire che questa è la Roma. Una squadra che non si può raccontare, piena zeppa di dubbi, paure, crisi esistenziali che mettono in campo indecisioni impossibili e scelte assurde. Diawara che da indietro quel pallone, Mancini che rimane nel mezzo indeciso sull’andare avanti o sul retrocedere. Bruno Peres diffidato che va a fare un fallo assurdo, senza senso, a dieci minuti dalla fine su una palla insignificante e a centrocampo. Pau Lopez che sbaglia con i piedi tutto quello che può (e pensare che lo avevano preso proprio per quello), partecipa alla dormita collettiva, non trasmette mai un minimo di sicurezza.
Poi? Para un rigore (lì deve ringraziare Tadic), sul quale comunque gira la serata romanista, quindi fa un paio di interventi decenti, e poi gliene sfugge un’altra. Insomma, un delirio, non ci si capisce più nulla: il suo voto oscilla tra il 4 e il 7... fate voi!. La Roma passa da grandi momenti, ottime accelerazioni e buone giocate di prima, ad amnesie collettive nelle quali si chiude dietro comeunpugile suonato aggrappato alle corde. Eppure nonostante tutto questo ieri sera è riuscita ad alzare la testa, a resistere e a rialzarsi portando via da Amsterdam un successo fantastico che cambia tutto in vista della partita di ritorno della prossima settimana. Ma anche lì, proprio perché la Roma è tutto questo e il suo esatto contrario, nulla è detto: saranno altri novanta minuti di sofferenza, perché questa è la stagione della Roma: unica italiana rimasta in corsa nelle competizioni europee.
Una squadra che a fine stagione dovrà fare un bilancio e decidere chi tenere e chi mandare via: perché servirà una rivoluzione per evitare un’altra stagione così. Una stagione sulla quale però Fonseca & Co. non hanno ancora scritto la parola fine. Anche per quello bisognerò ancora aspettare e con questa Roma tutto può succedere... in un senso o nell’altro.