A una settimana esatta dalla “prima” a Old Trafford, la compagnia non ricorda le battute, disattende il copione, rischia di combinare un disastro. Ma alla fine il risultato delle prove generali restituisce una Roma che tiene la scena. E l’1-1 dice che è pure fortunata quel po’ che serve, in Italia, per non uscire con le ossa rotte dal confronto con l’Atalanta. Protagonista Bryan Cristante, ex della partita, che in questa stagione non aveva mai trovato la porta avversaria. Un mediano che Fonseca ha inventato difensore centrale prima per necessità e poi per convinzione. Ma che proprio contro l’Atalanta è tornato a fare quello che con quella maglia gli veniva benissimo: l’attaccante aggiunto. A sbloccare la gara ci aveva pensato Ruslan Malinovskyi, esattamente come aveva già fatto domenica scorsa, col gol che aveva affondato la Juventus. Un’altalena giocata sugli errori degli attaccanti: Zapata e Muriel si dividono da quasi due anni la maglia di titolare dell’Atalanta. Il paradosso è che sono insieme quando costruiscono (Zapata) e poi sciupano (Muriel) la più grande occasione della partita, quella che avrebbe significato con ogni probabilità sipario e tre punti. Dzeko e Mayoral, invece, sono diventati alternativi solo da febbraio, da quando il primo ha litigato con l’allenatore. Ma dopo che per due volte in 5 minuti Dzeko ha fallito l’occasione del sorpasso magari Fonseca avrà maledetto di non aver dato fiducia allo spagnolo.
(La Repubblica)