Perché una serie tv su Francesco Totti? Primo, per il clamoroso libro (scritto con Paolo Condò) che ne è alla base, secondo perché alla domanda su quale calciatore italiano nella storia meritasse una serie tv non didascalica e conseguente, non ne sarebbero venuti in mente molti altri. Forse nessuno. E allora la scelta (produzione Wildside-Capri Entertainment, regia di Luca Ribuoli, in scrittura Stefano Bises, Maurizio Careddu, Michele Astori) ha portato a ricostruire il periodo più da fiction dell’intera vicenda tottiana, ovvero gli ultimi contrastati mesi da calciatore, con data di scadenza protratta nel tempo contro tutto e tutti.
Il risultato è davvero un divertissement che sfrutta certe punte grottesche d’ambiente e forse troppo ottimista su altri elementi: vedi, come con Ibrahimovic a Sanremo, la convinzione che campioni simili e così identificati affratellino tutti gli appassionati. A occhio non è così, il concetto piace a chi tratta il calcio con leggerezza ma viene respinto dai milioni di tifosi che ne fanno una passione vera. Quei campioni dividono e divideranno sempre [...].
(La Repubblica - A. Dipollina)