IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Ora si inizia a fare sul serio, è arrivato il momento di far vedere quanto vale davvero questa Roma, di mostrare all’Europa cosa può fare questa squadra unica italiana ancora impegnata oltre confine. Il sorteggio non è stato tenero, ha messo la Roma di Fonseca di fronte agli avversari che tutti volevano evitare perché l’Ajax, tradizione a parte, è davvero una squadra moderna: una di quelle che ti può far male in tanti modi diversi. Non che lo Shakhtar (5-1 senza storia nei 180 minuti) fosse tanto inferiore eh, ma è chiaro che da qui in avanti si entra in un’altra categoria, si sale di livello. La domanda è capire se la Roma riuscirà a fare uno scatto mentale, salire anche lei di livello e mettersi al pari dei fortissimi olandesi. Perché come sempre quando si parla dei giallorossi dipenderà molto, se non tutto, dalla testa: la squadra di Fonseca ha già dimostrato di poter giocare alla pari con chiunque, ma ha anche fatto vedere (soprattutto in campionato) tanti limiti mentali quando affronta una squadra di livello superiore.
Non ha mai vinto in questa stagione contro chi la precedeva in classifica, alternando grandi partite a clamorosi ko che fanno tornare alla mente il passato più buio. In Europa però Fonseca è riuscito a tenere alta la concentrazione, a non buttar via nulla rimanendo attaccato alla competizione anche a costo di sacrificare qualcosa in campionato: perché le fatiche del giovedì si fanno sentire eccome. Motivo per il quale c’è grande apprensione per la sfida di domenica all’Olimpico col Napoli: crocevia Champions. Ma oggi è inevitabile pensare al tabellone di Nyon che metterebbe la Roma dopo l’Ajax di fronte al suo passato con la possibilità di riscattare l’orrenda notte di Manchester: difficile dire se fecero più male le cariche della polizia a cavallo o i sette gol incassati in campo contro Ronaldo & Co.. Uno stimolo in più per buttare il cuore oltre l’ostacolo.