La Roma che vince con teutonica regolarità con le piccole, non prevale mai sulle squadre più forti con altrettanta, scientifica certezza. Ma mai come in questo Juve-Roma, infatti, si è avuta la sensazione che manchi davvero quel qualcosa che fa innamorare, quell’imprevedibilità che sfiora la pazzia e che è lo spirito del calcio, se non nel corso di un campionato almeno in quello di una partita. Quel grido che sgorga da bocca e pancia quando compi l’«impresa» - che significa vincere una partita top. Chiamala pure emozione da poco. Ma avercela, quell’emozione.
(corsera)