La partita dei diritti tv. Per una vittoria larga, servono schemi diversi

06/01/2021 alle 07:22.
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È la partita più difficile e più decisiva, quella che determinerà le sorti del calcio italiano nel prossimo futuro e perciò deve essere giocata con la formazione migliore e con le idee più brillanti. È la partita dei diritti televisivi. Restano la possibilità di vendere tutto a un intermediario indipendente (per intenderci, una soluzione tipo Mediapro, scongiurata appena in tempo tre anni fa) e persino l’offerta di un’esclusiva per il digitale terrestre al costo di 400 milioni annui, neanche esistesse ancora Mediaset Premium. C’è molto profumo d’antico e di stantio, in un momento in cui ci vorrebbero dinamismo e aperture al nuovo. Il prezzo dei diritti peraltro era in calo pure prima dell’irrompere del coronavirus, persino nei Paesi calcisticamente più ricchi come Inghilterra e Germania. Per fortuna, accanto ai broadcaster tradizionali, cominciano a manifestare qualche interesse le nuove piattaforme streaming e ad affacciarsi i giganti del web, a partire da Amazon, che per ora si limita a incursioni spot: due giornate di Premier League, 16 partite di in Italia e 20 in Germania, con l’aggiunta di qualche incontro di Bundesliga non in esclusiva. Ecco, l’esclusiva sarà sempre più difficile da garantire, anche per il veto a Sky di averla sul web. L’obiettivo della Lega di ottenere 1 miliardo e 150 milioni l’anno per le prossime tre stagioni (+18%) appare irrealistico.

(gasport)