IL PUNTO DELLA DOMENICA - DOTTO: «Il capitano della Roma ha un nome e un cognome: Lorenzo Pellegrini» - ROMAGNOLI: «Dzeko? Non esistono più le mezze bandiere»

24/01/2021 alle 10:12.
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LAROMA24.IT - All'ultimo respiro il gol che evita conseguenze spiacevoli. La Roma conquista i 3 punti contro lo Spezia a recupero inoltrato. Decide il gol di Lorenzo Pellegrini, al termine di una partita di sacrificio e sotto lo sguardo di , da cui ha ereditato la fascia da capitano. Due destini incrociati: uno era in campo a prendersi la Roma, l'altro in tribuna e con un futuro che, dopo lo screzio con Fonseca, appare più lontano dalla Capitale.

Queste le opinioni sui quotidiani in edicola oggi:

CORRIERE DELLO SPORT (G. DOTTO)

Definitivo. Esclamativo. Lorenzo Pellegrini si è preso la Roma. E se l'è presa con il finale perfetto di uno spartito che poteva stare solo nella sua testa e nei suoi desideri meno confessabili. Il capitano della Roma da oggi, a tutti gli effetti, ha un nome e un cognome con cui far vibrare le corde vocali: Lorenzo Pellegrini. È stato bello vedere alla fine in tribuna sorridere per una vittoria che dimostrava così di sentire sua. Sarà ancora più bello scoprire che Edin ha appreso la lezione di cosa significhi avere una fascia al braccio in ogni squadra del mondo, nella Roma più di ogni altra. Essere, cioè, un magnete emotivo sempre acceso, che tu sia un brocco o un campione, nella buona o cattiva sorte, e presentare ai compagni e ai tifosi, alla fine dei giochi, il dono simbolico di una maglia da strizzare tutta la notte per quanto sudore.

Stavamo rischiando di perdere anche Pellegrini. Inutile rivangare la mattanza. Il ragazzo ha subito attacchi anche personali di una volgarità che, prima o poi, dovrà ritorcersi, contro chi la pronuncia, se questo mondo aspira a una qualche decenza.

La storia di Lorenzo somiglia più a quella di Daniele che a quella di Francesco, nei cui confronti l'amore dei tifosi non ha mai dubitato. Con una differenza non da poco, Pellegrini arriva a far sua quella fascia a 24 anni. ha dovuto patire e aspettare molto di più prima di essere riconosciuto senza riserve. La speranza è che il finale perfetto di ieri all'Olimpico sia la svolta cardiaca nel rapporto tra il ragazzo e la sua squadra. Da ieri la gente romanista può riconoscere il suo nuovo capitano. Non ha più alibi.


LA REPUBBLICA (G. ROMAGNOLI)

Non solo alla Roma. Non solo Gomez all'Atalanta. Questa è la storia di una degradazione, volontaria o indotta. Restano sul campo una fascia strappata, un'ipotesi di gloria, parole “che non avremmo mai voluto sentire”. sta alla Roma un po’ come Renzi al Pd. Ci arriva per disperazione. Si assesta, prende la mira e il comando (la segreteria). Conquista la classifica marcatori (come il 40% alle europee), poi si capisce che non son fatti per stare insieme. Si separano tre volte, ma son sempre lì, a bisticciare. La risorsa diventa un capro espiatorio, il condottiero, un intralcio.

Solo l’assenza di pubblico sugli spalti ha evitato momenti difficili a e a Fonseca. Nel dubbio, dalla torre i tifosi butterebbero entrambi. A Bergamo, invece, tra Gasperini e Gomez hanno scelto al volo l’allenatore, perché nel suo schema al posto del Papu può giocare pure Pessina, o forse perfino suo cugino. Anche a Roma però: entra Mayoral e segna.

Nessuno sposa una squadra per la vita, ma non ci sono più manco le mezze bandiere. Allora si dà la fascia un po’ per caso e un po’ per contratto. È probabile che quella sera dei miracoli in cui una stella stava per cadere e la gente corse allo stadio per andare a vedere, si sia portato via il cuore, la maglia e il rango. Per sempre.


LA STAMPA (G. GARANZINI)

Mezza Milano frena, l’altra metà di rettamente frana. Terna a farla voce grossa l’Atalanta, la Roma ne combina un altro po’ ma azzecca l’acuto finale. Al contrario di , che stecca a fil di sipario e già che c'è dài numeri al rientro in camerino. Resta Fonseca, e sembra una battuta perché non è affatto detto. È vero che non sa contare fino a 6. Ma è terzo in classifica, con una rosa che non si direbbe all'altezza di chi gli sta davanti. E dietro. 


CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)

Assodato che "Capitan Futuro", la definizione, porta una discreta sfiga, poiché il futuro giunge sempre in ritardo, dico che Pellegrini merita di esserlo nel presente, il capitano della Roma. Oggi, non domani. Onorando la fascia liberata occasionalmente da , sorridente ma in tribuna, contro lo Spezia Lorenzo ha corso, collegato, rifinito: dimenticando il problema al flessore si è preso tutto il peso della partita, ha spinto i compagni a fare, servito assist e segnato il gol decisivo. Non ha giocato né per , né per Fonseca. Ma per la Roma.

L'immagine che mi resta negli occhi è quella del giocatore sfiancato depo l'occasione fallita da Caries Perez che si rialza e trova la forza di ripresentarsi nell'area avversaria per risolvere. Pellegrini capitano, risorsa, Fonseca vincolato ai risultati e un minimo di continuità aziendale sulla quale investire. Una società forte, lucida, le scelte giuste le compie perché sono giuste, non perché costretta.

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