IL ROMANISTA (P. TORRI) - Basso profilo era, basso profilo è rimasto. In questo senso, la Roma dei Friedkin come quella di Pallotta (anche se il bostoniano quando decideva di parlare non le mandava a dire). Nessuna esagerazione dialettica, zero risposte ufficiali, pure dopo l’accoppiata perdente Maresca-Guida che domenica scorsa, contro il Sassuolo, non è che siano stati impeccabili (eufemismo) nei confronti della nostra Roma. Si sussurra che la scelta sia stata dettata anche dalla volontà di non creare alibi per allenatore e calciatori che, altrimenti, le proteste e le urla le potrebbero usare a loro uso e consumo, aggregandosi a quel vittimismo piagnone che è stato sempre un capo d’accusa nei confronti della squadra giallorossa. [...]
In ogni caso, possiamo dire che la direzione arbitrale dell’accoppiata di cui sopra, una certa irritazione alla famiglia Friedkin l’ha procurata. Che è tutto dire considerando da dove vengono, cioè da quegli Stati Uniti dove le decisioni arbitrali, in qualsiasi sport, quasi mai diventano un caso su cui discutere e arrabbiarsi. L’irritazione (eufemismo pure qui), peraltro, è stata testimoniata, per esempio, da un’inquadratura televisiva nel secondo tempo della partita contro il Sassuolo. Papà e figlio in piedi (mai visti prima così, Ryan con cappotto, Dan senza, complimenti) in tribuna a cercare di capire perché il vigile del fuoco Maresca (è la sua professione) e il consulente commerciale Guida quando c’era da prendere una decisione era sempre quella sfavorevole alla loro squadra (a parte il fuorigioco sul gol del Sassuolo, ma lì le immagini non consentivano interpretazioni). Da quello che sappiamo, però, nel dopo partita hanno dato indicazioni di non commentare ufficialmente la direzione arbitrale, lasciando la facoltà di farlo al solo Fonseca che non se lo è fatto dire due volte dando a Maresca e Guida quello che era di Maresca e Guida.
[...] La stessa cosa la stanno facendo a proposito del possibile ricorso davanti al Collegio di garanzia del Coni per la vicenda Diawara. Dopo aver incassato il no da parte della Corte d’appello federale, la Roma avrebbe facoltà di andare al terzo grado di giudizio rappresentato appunto dalla corte del Coni. I trenta giorni utili per presentare il secondo ricorso scadranno il prossimo undici dicembre (venerdì) e a ieri sera nessuna decisione, in un senso o nell’altro, era stata presa. Le voci di dentro di Trigoria, però, fanno sapere che, dopo la bocciatura in appello, non c’è l’intenzione di presentare un nuovo ricorso senza avere l’oggettiva possibilità di avere una chance di vincerlo. E viste le motivazioni della prima sentenza, in effetti non è che ci siano molte possibilità che la corte del Coni possa ribaltare la sentenza in modo da restituire alla squadra di Fonseca il punto conquistato sul campo a Verona nella prima giornata di campionato. [...]