IL TEMPO (D. ROCCA) - Il peggio sembrava alle spalle. E invece la querelle tamponi continua a tenere banco in casa Lazio. Venerdì sera il «Futura Diagnostica», laboratorio avellinese che si occupa di processare i test del gruppo squadra, aveva comunicato la negatività di tutti i calciatori in vista della gara di oggi con la Juventus. La conferma era arrivata anche da Simone Inzaghi, che ieri in conferenza stampa aveva dichiarato che fossero tutti disponibili per il match delle 12:30. La smentita, nei fatti, l'hanno data Immobile, Leiva e Strakosha. A pochi minuti dall'inizio dell'allenamento, i tre «fermati» in Champions League hanno lasciato il centro sportivo senza prendere parte alla rifinitura. Il motivo? I tamponi svolti al Campus Biomedico dai tre calciatori sono risultati positivi.
La struttura ha riportato l'esito alla Asl di competenza (Roma 1) che, nonostante il dubbio, ha deciso di fermare i tre giocatori, posti in isolamento per i prossimi dieci giorni. All'interno di questo scenario caotico, va registrata la nota pubblicata sui propri account social da parte di Ciro Immobile: «Il rispetto delle regole, dentro e fuori dal campo, è un imperativo che mi sono sempre imposto innanzitutto come uomo e poi come sportivo. Rispetto tutti i protocolli sanitari che le autorità competenti, sportive e non, mi impongono, non solo per salvaguardare la mia salute, quella dei miei cari, dei miei compagni di squadra e dei miei avversari, ma perché credo che qualsiasi persona che ha visibilità mediatica debba dare il buon esempio, specie in questo momento di grande preoccupazione dove tutti siamo chiamati a comportamenti rigorosi per contenere la diffusione della pandemia».
Tanti attacchi ricevuti dal centravanti della Nazionale, che ha deciso di rispondere per le rime: «Non assecondo le polemiche di chi vorrebbe distrarmi alla vigilia di una partita di campionato così importante ho rispettato tutti i protocolli sanitari e quindi sono tranquillo e concentrato sul mio lavoro. Diffido chiunque dal mettere in dubbio la mia onorabilità e professionalità in una vicenda di cui non ho la minima responsabilità e gestione, e sono pronto ad adire le vie legali a tutela della mia immagine e dei miei diritti».
Una cosa è certa, adesso la Lazio dovrà difendersi su più fronti, a cominciare dai ricorsi presentati da Torino e Bologna. Il club di Cairo contesta la presenza di Immobile e degli altri due giocatori nella gara contro i granata, conclusasi con il risultato di 3-4. Per i rossoblù invece l'illecito sarebbe rappresentato dall'utilizzo di Leiva nella gara del 24 ottobre, finita 2-1 per i biancocelesti, in cui il brasiliano ha lasciato il campo dopo 42 minuti. In sostegno della Lazio è arrivato Gianni Nanni, coordinatore dei medici sportivi di Serie A: «Dovrà essere la procura a fare chiarezza, ma credo che la società si sia comportata come doveva comportarsi». Non solo in difesa, Lotito è pronto a partire all'attacco. Il patron è pronto ad affidarsi allo studio dell’avvocato Giulia Bongiorno per tutelare l'immagine del club dalla campagna denigratoria portata avanti da alcuni media e addetti ai lavori.