IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - Senza Stadio “non siamo in grado di aprire alcun business collaterale e attivare tutto ciò che altre squadre che noi abbiamo l’ambizione di raggiungere e con cui vogliamo competere possono fare e su cui sviluppano quote di fatturato altissime”. Il CEO della Roma, Guido Fienga, è il primo, dopo il passaggio di proprietà del club da James Pallotta ai Friedkin, a parlare chiaramente sulla vicenda Stadio di proprietà.
Lo ha fatto ieri, durante il convegno "SportLab, il futuro dell'industria dello sport" promosso da "Stadio" e "Tuttosport" in occasione dei 75 anni delle due testate, riservando una diplomatica ma chiara stilettata a Comune e Regione Lazio: “Abbiamo sempre rispettato pazientemente il lavoro delle istituzioni” ma "sapere che un’opera può essere completata dopo 12 o 13 anni mina la tenuta del piano stesso e questo mette in crisi qualunque investitore nelle sue capacità”.
Fienga ha anche chiarito come “lo stadio non è solo un contenitore, ma un attivatore di tante leve di business che servono al club per crescere. Nelle top 20 squadre europee, quelle che hanno mostrato una crescita anno su anno sono state solo quelle con lo stadio di proprietà. Non facilitare la costruzione di un impianto significa tagliare le gambe a un club sulle possibilità di sviluppo. Non dobbiamo sorprenderci che dopo 10 anni una squadra che non ha questa possibilità perde la percezione del suo brand. Su un piano europeo, l’agibilità e la qualità degli stadi è uno dei fattori chiave per far parte di queste competizioni. Lo stadio non è un vezzo che una società deve avere. La situazione della Roma è ancora più penalizzante perché dispone di uno stadio 2 giorni ogni 15. Vogliamo investire come gli altri”.
E il pensiero va ovviamente a Comune e Regione che, dopo gli articoli de Il Tempo sulla mancanza di accordo fra i due Enti per la gestione dei soldi che verserà la Roma, hanno continuato a pizzicarsi sui social. Il sindaco Raggi, con sprezzo del ridicolo, è arrivata alla rodomontata: “Nessuno blocchi quest’opera” con pari risposta dell’assessore regionale all’Urbanistica, Massimiliano Valeriani, che, con scarso senso della realtà e delle procedure, dice: “Se la Raggi punta ad evadere le prescrizioni stabilite dalla Conferenza dei servizi, la Regione non avallerà mai quella proposta di accordo”.