[...] Ieri un giudice sportivo di primo grado ha cercato di chiuderlo con una sentenza: 3 a 0 a tavolino per la Juve e un punto di penalizzazione al Napoli. Sapendo benissimo che la società di De Laurentiis avrebbe presentato appello e magari pure ricorso alla giustizia ordinaria. E che nel web si sarebbe scatenata la guerra per bande. Il tentativo di chiudere la questione e ripristinare la certezza del diritto è destinato a infrangersi contro una montagna di comportamenti contraddittori tenuti un po’ da tutti gli interessati, di doppi standard, furbate, interessi non dichiarati e cassetti chiusi in cui viene tenuto nascosto l’inevitabile piano B, la profilassi alternativa per non scortare il campionato alla sua fine prematura.
Da un lato c’è la sentenza, dall’altro il caos che non può scongiurare. Se si analizza la decisione del giudice sportivo con la dovuta freddezza si trova il suo interruttore in un punto preciso, situato sul piano temporale tra il primo e il secondo intervento della Asl napoletana. Venerdì (quando c’era un solo contagiato) dichiara di non avere “alcuna competenza”. Cambierà parere domenica nel primo pomeriggio, ma nel frattempo il Napoli ha già rinunciato alla trasferta, prima ancora dell’obiezione dell’autorità sanitaria (ne avesse o no il potere, la si consideri o meno “forza maggiore”). [...]
(La Stampa)