LEGGO (F. BALZANI) - Dan, Max e Francesco ovvero Friedkin, Allegri e Totti. La nuova Roma guarda al domani perché l’oggi sembra più nero di ieri. Accade così che nella settimana di un Roma-Juve mai banale ci si proietti già al secondo start del campionato: quello dopo la sosta di ottobre. Un mese che fa venire in mente la Rivoluzione, quella vera. Questa di Trigoria è figlia dell’insoddisfazione dei Friedkin che hanno avviato una indagine interna che interessa tutti i comparti del club e delle società satellite. Alcuni conti, infatti, non tornano. E non solo quelli.
ALLEGRI - Non tornano ad esempio i risultati di un lavoro che Fonseca ha avviato un anno fa e di cui non si vedono ancora i frutti. La squadra è confusa: tatticamente e psicologicamente. Molti giocatori non credono più del progetto (a partire da Dzeko che domenica sfiderà da capitano la Juve) e alcune uscite pubbliche del portoghese non sono piaciute a Friedkin. La fiducia a Paulo è già finita anche perché monta l’entusiasmo per Allegri.
La Roma, nei primi contatti informali, ha presentato un’offerta da 8 milioni a stagione. Addirittura di più di quanti ne guadagnava alla Juve. Ecco alcune idee di mercato: da De Sciglio a Kean passando per Mandzukic e il ritorno di Rudiger che il Chelsea vuole cedere in prestito secco e rappresenta la migliore alternativa a Smalling. Max, in una cena “romana”, ha detto di essere interessato ma non ancora convinto al 100%. La pista B porta a Ragnick che ricoprirebbe il ruolo di allenatore per un anno per poi spostarsi dietro la scrivania (con Sarri?).
TOTTI - Il pasticcio che è costato lo 0-3 col Verona accelererà un processo che era già in atto e che prevede uno “snellimento” radicale. Il primo a saltare è stato il segretario Longo, ma ci sono altri personaggi nella lente d’ingrandimento della presidenza. Compreso De Sanctis di cui non è piaciuta l’uscita goffa all’Ansa relativa alla querela verso l’influencer “Er Faina”. I Friedkin pretendono un profilo basso da parte di tutti. Ormai a un passo l’addio del vicepresidente Baldissoni.
Un posto (un ruolo alla Nedved) che potrebbe essere preso da Totti che ieri si è rivisto in una comparsata a Roma Tv. Altro segnale dell’imminente ritorno di Francesco che domenica (probabile presenza in tribuna con la Juve) compirà 43 anni. Ma non basta per far tornare il sorriso a una piazza che non si accontenta più solo di buone intenzioni. Perché come diceva Nelson Mandela: “Cominciare una rivoluzione è facile, è il portarla avanti che è molto difficile”.