Tema caldo quello della riapertura degli stadi. Sono tre i nodi autunnali che il governo dovrà sciogliere nei prossimi giorni. Sullo sfondo una situazione epidemiologica che incoraggia a perseguire la strada del rigore e del no agli allentamenti. I tecnici ritengono che la rete sanitaria dei controlli non riuscirebbe a sostenere un impatto maggiore. «Un conto e fare il tracciamento del contatti stretti di una persona positiva se a un evento hanno assistito in 1000. Altro conto è cercare tra decine di migliaia», temono al Cts che si riunirà lunedì per valutare il protocollo trasmesso a Palazzo Chigi dalla Conferenza delle Regioni, approvato ieri. I governatori, Cesare Bonaccini in testa, puntano all'allargamento e sperano che il do-cumento entri come allegato del prossimo Dpcm in modo che già dai primi di ottobre si possa tornare alle partite di calcio vecchia maniera, con spalti parzialmente occupati. SI dissocia però Nicola Zingaretti, presidente del Lazio, il cui no al pubblico degli Internazionali di tennis (riammesso solo per semifinali e finali) ha indispettito gli organizzatori del grande torneo: «La mia posizione non c'entra niente con lo sport o il calcio, 25% ma bisogna mantenere un minimo di logica e coerenza nelle scelte che si fanno per garantire la sicurezza dei cittadini»
(corsera)