Edin Dzeko non ha giocato nella Juve. Neppure Alvaro Morata. Uno, frastornato per non essere diventato bianconero, l’altro per esserlo diventato. Quasi tutto quello che Roma-Juve ha contenuto, si è svolto lontano da loro. La partita ha girato attorno ai due centravanti senza fermarsi da quelle parti. Come imbambolati dal loro opposto destino, Dzeko e Morata sono rimasti in attesa, del tutto Alvaro, un po’ meno Dzeko che comunque qualche tiro l’ha scoccato. Si è speso, sacrificato in una zona d’ombra utile ma non decisiva. Ha preso atto, Dzeko, della presenza di Pedro e Mkhitaryan, davvero niente male questo trio, e della bizzarra confusione di talento che dà forma alla nuova Juventus. da videogioco che è la Juve di Pirlo. Il suo momento più intenso, Edin l’ha vissuto quando ha rincorso la palla insieme a Chiellini, allungando la mano prima che l’avversario facesse la stessa cosa. Poi ha protestato, ma aveva torto. La vittoria, quella Edin l’ha vista da vicino quando si è trovato la porta spalancata e si è mosso anche bene, si è liberato come si deve, poi però il tiro è stato sbilenco, troppo esterno, davvero non era serata.
(La Repubblica)