Fienga inibito per un mese. Stop al medico

25/09/2020 alle 14:51.
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IL TEMPO (F. BIAFORA) - Una settimana più che complicata per la Roma tra carte bollate, Pec, ricorsi e udienze in tribunale. Ieri pomeriggio si è infatti pronunciato il Tribunale Federale Nazionale in merito al caso del mancato rispetto del distanziamento anti-Covid nella partita disputata al San Paolo contro il e gli uomini guidati dal presidente Mastrocola hanno dato ragione alla Procura Federale e torto ai giallorossi. Gli 007 federali avevano deferito l’amministratore delegato Fienga, il dottor Manara e la società di Trigoria per responsabilità oggettiva, con il TFN che alla fine ha deliberato per un’inibizione da 30 giorni per il capitolino, per una da 20 giorni per il medico e per un’ammenda da 7mila euro alla società di Friedkin. Nel primo grado di giudizio non è stata accolta la richiesta dell’avvocato , difensore della Roma, di poter sentire altri testimoni oltre ai deferiti ed è stata quindi presa la scelta di presentare ricorso alla Corte Federale d’Appello. L’inibizione comporta che Fienga non potrà rappresentare il club in ambito federale, non potrà accedere al campo e agli spogliatoi durante le partite e avrà il divieto di partecipare a riunioni con tesserati o con agenti sportivi, complicando le trattative di mercato (potrà però esercitare l’attività amministrativa e firmare i contratti). E’ contestualmente in fase di preparazione il ricorso della Roma sul “caso-Diawara” che ha portato al 3-0 per il Verona a causa degli errori commessi nel comporre le liste. In questo caso toccherà alla Corte Sportiva d’Appello esaminare il caso, ma il presidente Sandulli - potrà essere ricusato dopo queste dichiarazioni - è già stato chiaro: “Non conta se c'è stato un vantaggio effettivo, ma conta l'utilizzo del calciatore. Le regole le hanno fatte le società, loro hanno stabilito queste liste e devono ricordarsene”.