Non è ancora chiaro se l'iter kafkiano che ha accompagnato il progetto del nuovo stadio della As Roma sia o meno effettivamente alla vigilia di un suo compimento. Se cioè, a settembre, una variopinta maggioranza di occasione (parte dei Cinque Stelle, il Pd e la Lega) voterà la convenzione urbanistica in grado di consentire la posa di una prima pietra nel giugno del 2021.
Assai più chiaro è il significato deprimente dello spettacolo che, in questi otto anni, si è consumato di fronte agli occhi della città. Mai come in questo caso è stato infatti più evidente come un progetto finanziato per intero con fondi privati sia stato letteralmente sequestrato non dall'accidia della pubblica amministrazione, ma dalla spregiudicatezza della Politica, che ha mostrato il suo volto peggiore, purtroppo senza grandi distinzioni.
(La Repubblica - C. Bonini)