Durante questo periodo di lockdown ogni cosa che conoscevamo è cambiata. Abbiamo assistito a scena di una routine a cui non eravamo solito prender parte. Una strana forza che ha cercato, solo apparentemente, di unirci verso quella che doveva essere la nascita di un paese più coeso e migliore. Ma poi ogni cosa è tornata al suo posto, ad esempio con politici che hanno fatto finta di lavorare insieme, ma che alla prima occasione utile sono tornati a darsi battaglia. Insomma tante parole e pochi fatti alla fine.
Però c'è una cosa che ha mantenuto la sua coerenza e non è mai cambiata: il mondo del calcio. Questo da sempre è stato caratterizzato da divisioni e lotte interne e, nonostante il lockdown, ha continuato a discutere tra le sue parti. Chi voleva la sospensione immediata del campionato, chi pensava fosse giusto riprendere subito a giocare, chi ha tirato in ballo i morti e chi li ha difesi. Insomma il solito vecchio calcio italiano, che non ha promesso mai nulla di irraggiungibile ed è sempre stato coerente con sé stesso a suo modo.
(Il Foglio)