L'intervista di Pallotta al sito ufficiale del club si può interpretare in due modi: 1) La trattativa con Friedkin è ormai naufragata; 2) Le parole utilizzate da Pallotta sono volte a provocare una replica (o un rilancio) del magnate texano. «L'irritazione è un elemento dello spirito, non del business», il commento di chi ha voluto smontare indiscrezioni che volevano Friedkin furibondo.
Pallotta ammette per la prima volta candidamente che oltre a «fare ciò che è meglio per il club», ha «il dovere di fare ciò che è meglio per il gruppo di investitori e gli azionisti» che rappresenta. Non lascerà con una minusvalenza. Ergo, se non saranno i 90 milioni che potevano arrivare dalla proposta pre-Covid di 704 milioni di Friedkin, dovrà essere qualcosa di simile. Accenna, senza entrare nello specifico, anche all'entrata o meno di altri soci. Pallotta, inoltre, agevolato dal Decreto liquidità che gli permetterà di ritardare sino al 31 dicembre quello che resta della ricapitalizzazione, vuole vedere cosa accadrà nella corsa al quarto posto per poi agire di conseguenza. Se non sarà nel frattempo entrato un altro socio, quei 42 milioni che rimangono per completare l'aumento di capitale potrebbero fare la differenza e indurlo a trattare nuovamente con Friedkin.
(Il Messaggero)