Nelle parole di Pallotta nell'intervista di alcuni giorni fa qualcuno ha intravisto una strada per riaprire la trattativa con Dan Friedkin. «L’ultima offerta semi-concreta che abbiamo ricevuto – ha detto Pallotta –... non era minimamente accettabile. E questo ha molto turbato qualcuno. Non sono sicuro che le persone sconvolte capiscano come si costruisce un accordo del genere, ma non funziona con il “seller financing”. In fin dei conti, se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo richiesto inizialmente per coprire i costi di tutte le ristrutturazioni che ho in mente di fare. Non è così che funziona. Se il gruppo Friedkin avesse i soldi e volesse parlare ancora e avanzare un’offerta tale da essere ritenuta accettabile da tutti noi per la Roma, lo ascolteremmo».
L’accento sul «seller financing» ha incuriosito. Anziché chiederlo altrove, l’acquirente firma un mutuo direttamente con il venditore. Questa strategia è usata spesso da persone o società che hanno difficoltà a ottenere prestiti, e comporta dei costi di chiusura minimi, perché spesso il venditore è più flessibile rispetto a un istituto di credito e velocizza i tempi. Probabile che la trattativa con Friedkin non sia ancora tramontata del tutto, nonostante fra i due magnati il feeling e non sia mai scattato.
Stando agli ultimi rumors il dossier Roma - proposto da Goldman Sachs - interessa soprattutto investitori negli Usa e si parla anche di discussioni preliminari con altri due gruppi.
(Gasport)