La ripartenza del calcio verrà formalizzata domani dal governo. I club di serie A aspettano il via libera del ministro per lo Sport Spadafora interrogandosi, e dividendosi, su come ridisegnare il proprio cammino. Meglio ricominciare il 13 o 20 giugno dai quattro recuperi rimasti in sospeso (Inter-Sampdoria, Atalanta-Sassuolo, Torino-Parma e Verona-Cagliari) o da una giornata, la ventisettesima, completa? Per la prima ipotesi giocano società come l'Inter o la Lazio e la ratio di una tale scelta è racchiusa nella volontà di mettere tutte e venti le concorrenti alla pari in fatto di partite disputate il più presto possibile. Per la seconda strada spinge la questione di opportunità e, soprattutto, di immagine: il nostro sarebbe uno dei quattrocampionati top d'Europa a rimettersi in moto dopo la Bundesliga e farlo in una versione spezzettata - solo quattro recuperi - non renderebbe omaggio al momento. Senza contare come sulla decisione - venerdì spetterà all'Assemblea - pesino le contrapposizioni legate ai tempi della preparazione: una settimana in più o meno prima del via viene considerata dai club discriminante non secondaria.
Sul tavolo della Lega c'è, fra l'altro, una partita, quella con le tv, aperta ed imprevedibile: in queste ore, i club hanno formalizzato il decreto ingiuntivo a Sky per l'ultima rata non versata i primi di maggio, ma non a Dazn ed Img (titolare dei diritti per l'estero) perché Dazn ed Img hanno presentato un piano di rateizzazione all'esame delle società. «I contratti vanno rispettati», hanno ribadito dalla Lega alla vigilia di un contenzioso dai mille risvolti anche in chiave futura.
(La Stampa)