IL TEMPO (S. PIERETTI) - In attesa del semaforo verde. Oggi alle 18.30 il presidente della Figc Gabriele Gravina e quello della Lega Paolo Dal Pino avranno modo di confrontarsi con il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora in videoconferenza. Con loro, ci saranno tutte le altre componenti federali. Tanti i temi di discussione, dalla ripresa dei tre campionati alla trasmissione in chiaro dei gol, fino all'orario pomeridiano delle partite già contestato dai calciatori. Tutti aspettano da parte del Governo il via libera per la ripresa dei campionati. Ieri gli avvocati della Lega Calcio hanno inviato a alle televisioni l'ingiunzione di pagamento dell'ultima rata relativa ai diritti sulla Serie A.
FRONTI OPPOSTI - In verità, a via Allegri non tutti spingono per la ripresa. Il presidente federale Gravina lancia un sos disperato: «Il calcio italiano ha già perso mezzo miliardo di euro, se il campionato non riparte sì andrà incontro a un danno irreparabile». Dall'altra parte Tommasi appare meno convinto; il presidente dell’Aic continua a non prendere posizione: da una parte deve tutelare gli stipendi dei giocatori, dall'altra la loro salute. «Prima di ripartire ci sono criticità che vanno affrontate e risolte - afferma Tommasi - giocatori vogliono tornare a giocare in sicurezza. In questo momento non c'è una condizione di normalità, magari tra un mese le cose potrebbero cambiare».
IL PROTOCOLLO - La risposta da parte del Comitato Tecnico Scientifico slitterà rispetto alla riunione odierna. Tra le novità, l’arrivo allo stadio con mezzi propri per i giocatori della formazione che gioca in casa, e percorso su due pullman differenti per la compagine ospite, con i giocatori su un unico convoglio e gli altri tesserati su un altro mezzo. All'ingresso in campo - e all'uscita - le due squadre e il gruppo arbitrale dovranno seguire percorsi differenti. Abolito il cerimoniale prima del calcio d'inizio. I calciatori dovranno tenere - in ogni circostanza - la distanza minima di un metro e mezzo nei confronti del direttore di gara. Tranciante il pensiero del prof Enrico Castellacci, presidente dei medici di calcio italiani. «Scommetterei sulla ripresa, ma con questo protocollo e l'eventuale quarantena dell'intera squadra le possibilità che il campionato venga portato a termine non sono molte».
BOLOGNA BLINDATO - Ieri il club rossoblù ha comunicato una sospetta positività all’interno dello staff tecnico: qualora il contagio venisse confermato, la squadra verrebbe messa in ritiro blindato per i prossimi 14 giorni. Il Bologna ha ripristinato gli allenamenti individuali in attesa di un responso, e in attesa che trascorrano le canoniche 72 ore tra un tampone e l’altro. Martedì sera il Comitato Tecnico Scientifico ha ribadito con fermezza la quarantena di due settimane, allontanando errate indiscrezioni. Non ci sono novità per quanto riguarda l'isolamento esteso all'intera squadra che resta in vigore; servirebbe una decisione da parte degli scienziati e - a quel punto - sarebbe necessario un nuovo decreto per personalizzare la quarantena al solo contagiato e oltrepassare le leggi attualmente in vigore.