La lettera di Pozzo fa infuriare Lotito, De Laurentiis e Dal Pino

15/05/2020 alle 16:13.
giampaolo-pozzo

IL GAZZETTINO (G. GOMIRATO) - Qualcuno doveva pur prendersi la responsabilità di sottolineare che non ci sono ancora garanzie per la ripresa del campionato. Lo ha fatto Gianpaolo Pozzo affrontando di petto la situazione, responsabilizzando un po' tutti in particolare i (pochi) presidenti che insistono per la ripresa del campionato. Il patron è stato coerente con il pensiero al contrario di altri perché sappiamo che solo per la facciata la Lega è unita.

Pozzo ha pure inviato una lettera al ministro dello Sport Spadafora, al presidente del Coni Malagò e a quello della Figc Gravina in cui informava che in caso di ripresa del campionato gli amministratori e medici, se gravati di responsabilità civile e penale, si sarebbero autosospesi. Il documento ha scatenato la protesta da parte di alcuni presidenti, oltre che quello della Lega A, Paolo Dal Pino. Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis sono tra i più imbufaliti, ma rientra nel copione, Lazio e hanno mille motivi perché il campionato venga concluso: il club capitolino punta allo scudetto, quello partenopeo - che al momento dello stop era in risalita - spera di poter concludere in quarta posizione e accedere alla .

C'è da registrare pure la presa di posizione di Dal Pino, come riporta l'agenzia Adnkronos, che ha chiesto le dimissioni dell'avvocato Stefano Campoccia, membro del Consiglio di Lega in rappresentanza dell'Udinese che avrebbe votato per iniziare il campionato il 13 o il 20 giugno in controtendenza con la volontà di Pozzo. In realtà Pozzo (e con lui nei giorni scorsi il dt Pierpaolo Marino) mai ha affermato che il torneo non deve riprendere, concetto espresso anche in un'intervista rilasciata alla Rai («Sono un amante del calcio, mi piacerebbe che si tornasse a giocare»), ma ha sottolineato a più riprese che la stagione deve riprendere garantendo la tutela della salute. Che poi chieda che non ci siano eventuali responsabilità civili e penali per amministratori e medici di un club, questo è un altro aspetto. Ma il Palazzo l'ha presa male. Intanto le società vogliono che vengano posticipati i maxi-ritiri, una deroga in caso di contagio di un giocatore, escludendo la quarantena per tutta la squadra e sulla responsabilità dei medici.