Se c'è una squadra al mondo che in caso di stop definitivo del campionato avrebbe il diritto di urlare all'ingiustizia, questa è il Liverpool; che al momento del blocco era al comando della Premier League a + 25 sul Manchester City, il tutto a nove giornate dalla fine, che corrispondono a un massimo di 27 punti conquistabili; il che significa che con una sola vittoria il Liverpool si sarebbe laureato campione dopo 30 anni d'attesa. E sì, avete capito bene; l'ultimo trionfo dei Reds si perde nella notte dei tempi, stagione '89-'90, quando il campionato si chiamava ancora Football League. [..] E mentre in Italia ci sono Lotito che pesta i piedi per giocare sentendo odore di scudetto, la Juve che fa l'indiana avendo avuto tre giocatori contagiati, Cairo e Ferrero che pregano affinchè il Big Ben dica stop e non li faccia rotolare in serie B, a Liverpool c'è un uomo che risponde al nome di Jurgen Klopp. Che invece di disperarsi per la colossale beffa che potrebbe abbattersi sulla sua squadra, sente il dovere di prendere carta e penna e scrivere ai tifosi. "Non penso che questo sia un momento in cui i pensieri di un allenatore di calcio dovrebbero essere importanti, ma capisco che i nostri tifosi vogliano sentirmi parlare e dunque lo farò. Ho già detto che il calcio è la cosa più importante di quelle meno importanti; ma dico che oggi le partite e il calcio stesso non sono importanti affatto. Ovviamente non vogliamo che tutto venga sospeso, ma se questo serve per salvaguardare la salute di tutti, lo facciamo senza fare domande. Se dobbiamo prendere una decisione tra il calcio e il bene della comunità, non può esserci gara. Abbiamo visto ammalarsi giocatori delle squadre contro cui dobbiamo competere. Ai nostri rivali, colpiti da questo virus, rivolgiamo i nostri pensieri e le nostre preghiere. Nessuno di noi sa come andrà a finire. Ma voi mettete la salute al primo posto. Non correte alcun rischio. Pensate a chi è vulnerabile e agite con compassione nei suoi confronti. Per favore, prendetevi cura di voi e degli altri. You'llnever walk alone".
(Il Fatto Quotidiano - P. Ziliani)