Il premier Giuseppe Conte ha deciso di scendere in campo in prima persona per affrontare il dilemma sulla ripartenza del calcio italiano: «Per fare il punto, raccoglieremo le istanze della Federcalcio e delle altre federazioni», dice il presidente del Consiglio. D’altronde, non è l’unico premier a prendere di petto la questione. In Francia, è stato Edouard Philippe a staccare la spina. In Germania è successo l’opposto ieri con Angela Merkel.
Conte è stato molto attento a non rischiare un corto circuito con Spadafora. Ma la sua scesa in campo, presentata come un dovere istituzionale, nasce anche dall’esigenza di «arbitrare» la discussione. Anche ieri, nel question time alla Camera si è visto che il ministro Spadafora spinge sempre sul freno: «Auspichiamo tutti che i campionati possano riprendere regolarmente, allo stesso tempo oggi è impossibile dare una data certa della ripresa. Dobbiamo almeno verificare l’andamento della curva delle prossime due settimane». Ma il ministro dello sport non si fermato qui ed ha aggiunto: «Negli ultimi tre giorni si è improvvisamente assistito a un inasprirsi del dibattito politico e mediatico, a mio parere incomprensibile agli occhi degli italiani che temono per la loro salute e per il lavoro. Perfino le tifoserie organizzate lo hanno stigmatizzato. In Europa le uniche date certe sono quelle che hanno deciso di bloccare per sempre i campionati».
(Gasport)