Ho sperato di cancellare le immagini dell'Heysel, ma è una ferocia impossibile

28/05/2020 alle 17:25.
heysel

LA STAMPA (B. PIZZUL) - [...] Confesso di avere più volte coltivato la speranza di po­ter cancellare dalla mia me­moria quelle tragiche se­quenze che mi videro coin­volto in quanto responsabi­le della telecronaca diretta di un evento sportivamente molto atteso ma che poi eb­be tragica conclusione. Ma mi rendo subito conto che quello che accadde, pro­prio per la sua assurdità e fe­rocia, non può e non deve passare nel dimenticatoio, dovendo trasformarsi in mo­nito per una diversa e più re­sponsabile partecipazione alle vicende sportive.

In effetti poi, anno dopo anno, constato di esser stato colpito da una vera e propria ferita nella mia coscien­za di uomo, prima e più an­cora che nei ricordi di croni­sta impegnato in un com­plesso compito. Mai infatti ho sentito il pe­so di quel lavoro svolto in modo inconsueto e in un contesto particolarissimo, mi sono piuttosto sentito schiacciato dall'assurdità di essere arrivato in una bella e civile città europea per rac­contare le emozioni di una partita di pallone e aver inve­ce dovuto dire di 39 morti e centinaia di feriti. [...]

Perché si giocò quella ma­ledetta partita, perché i gio­catori scesero in campo pur sapendo sia pure  in parte l'accaduto, perché poi juventini non lasciarono la coppa vinta in qualche modo davanti alla curva Zeta, perché io feci la telecronaca anziché trincerarmi in lut­tuoso silenzio? Sono interro­gativi ai quali ognuno può dare una  risposta e che il prossimo anno torneranno di attualità. Certo è che vivere i ricordi di quel -Liverpool a stadi vuoti, e per ora non di soli spettatori, assume un sapore del tutto particolare. In ogni caso Heysel  da non dimenticare, per me co­me per tutti.