La Serie A vede il sentiero che l’accompagnerà alla ripresa della stagione. Il 13 giugno, sabato, è la data scelta come quella del riavvio del campionato. Le criticità restano, e il timore è stato condiviso anche nella lunga assemblea di Lega di ieri. Restano le preoccupazioni legate alla stretta osservazione del protocollo. Per il ministro dello Sport Spadafora saranno necessari altri giorni per verificare la curva dei contagi, prima di poter eventualmente riavviare i tornei. Ma la Lega ha già definito la sua bozza di calendario per la distribuzione delle dodici partite che mancano alla fine della A, 13 per chi deve recuperare un turno (Inter, Samp, Atalanta, Sassuolo, Verona, Cagliari, Torino, Parma).
Dal 13 giugno al 2 agosto si contano 8 week-end e sette possibili turni infrasettimanali, ci sarebbe dunque il tempo di salvaguardare anche lo svolgimento della Coppa Italia. Per assegnare il trofeo mancano semifinali di ritorno (Juve-Milan e Napoli-Inter, in date 30 giugno e primo luglio) e finale, ipotizzabile il 22 luglio. Su questa ipotesi di ripartenza si sono espressi a favore 15 club su 20, gli altri cinque (Torino, Udinese, Sassuolo, Napoli e Sampdoria) chiedevano una settimana di preparazione in più, e dunque segnare lo start nel fine settimana del 20-21 giugno.
In 18 (astenuti Bologna e Sassuolo) hanno votato su quale atteggiamento opporre alle tv che rifiutano il pagamento della sesta rata. A Sky, Dazn e Img i club hanno decido di concedere ancora qualche giorno di tempo per procedere al saldo. Ma è un ultimatum, in caso contrario i club passeranno ufficialmente alle vie legali. Non sono ammesse deroghe ai contratti in essere: per club, e Lega, non è ragionevole ipotizzare uno sconto di decine di milioni di euro se le squadre riprenderanno a giocare. Ora si guarda a Figc e Governo, a cui la Lega continua a chiedere certezze sul percorso da intraprendere.
(Gasport)