Sfida da Serie A per ristrutturare la legge sugli stadi

05/04/2020 alle 18:21.
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Una task force in Lega per riscrivere la legge sugli stadi. A volerla è stato Joe Barone, braccio destro del presidente della , Rocco Commisso. Barone ha assunto all'interno della Lega l'iniziativa di promuovere il comitato "stadi", gruppo che ha il compito di suggerire le modifiche necessarie a migliorare la legge la n.147 del 2013 (poi corretta nel 2017 con il Dl n. 50 e la legge di conversione n. 96).

«Se non si fanno gli stadi per aumentare le entrate la Messa è finita», provoca Barone. «Deve essere chiaro a tutti che questa è la partita decisiva. I club operano con margini netti molto stretti, per cui o aumentano i ricavi da stadio e game-day e dall'area commerciale oppure saranno sempre meno competitivi e sempre meno attrattivi per gli investitori stranieri. Serve progettualità e capire che gli stadi moderni oggi servono ai club ma anche a riqualificare quartieri o aree cittadine che altrimenti rischiano di essere abbandonate. Pensi allo stato in cui versa oggi il Flaminio a Roma. È quello che potrebbe succedere al Franchi se noi andassimo a fare lo stadio altrove. Ma è il problema che hanno tante strutture in Italia».

La task force vuole aiutare a innalzare in modo graduale gli standard di qualità delle strutture, dagli stadi ai centri sportivi. Al lavoro tecnico partecipa tra gli altri Giulio Napolitano con lo studio legale Chiomenti. Tra gli obiettivi della riforma c'è, per esempio, quello di rendere la Conferenza dei servizi un organo davvero capace di esprimere in tempi certi una decisione in deroga, rilasciando tutte le autorizzazioni del caso e consentendo al club di usare al meglio impianto e aree contigue - dai naming rights ai servizi commerciali e terziari a favore della comunità - senza dover richiedere ulteriori permessi. Si punta poi a limitare il peso della "presunzione del vincolo storico-architettonico", e permettere alla «Pa» di valutare con maggiore discrezionalità e ampiezza il valore di aree pubbliche da vendere o da dare in concessione.

(Il Sole 24 Ore)