CORSERA - Al quotidiano ha parlato l'attuale allenatore della Sampdoria, Claudio Ranieri. Uno stralcio delle dichiarazioni dell'ex giallorosso: «Ciascuno di noi avrebbe voglia di tornare sul campo. Ma questo è il momento della prudenza. Nessuno sa come reagisce il virus sul fisico di un atleta e se dovesse succedere qualcosa di grave chi se ne assumerebbe la responsabilità?».
Quindi sarebbe prematuro riprendere gli allenamenti il 4 maggio.
«Sulle date non ci sono certezze. La verità è che ci sono ancora troppi morti e troppi contagiati per ricominciare».
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Che cosa non le torna del protocollo?
«È giusto fare tamponi, come i test sierologici. Ma in questo momento c’è gente che ne ha più bisogno di noi. Non possiamo scavalcare i cittadini, non sarebbe né giusto, né etico. Ho degli amici che sono stati ammalati e il tampone non sono riusciti a farlo perché non se ne trovano e perché non ci sono i reagenti. E sul test sierologico, da quello che mi risulta, solo il 29 aprile il governo dirà quale fare. E a noi quando arriverà?».
Neppure sul lungo ritiro è d’accordo.
«I giocatori sono chiusi in casa da quasi due mesi e stanno dando i numeri. Tra un po’ parlano con i muri... Molti sono da soli, con la famiglia lontana. E dovrei portarli in ritiro un altro mese con la prospettiva di tenerli isolati anche durante le partite? Sarebbero quattro mesi di clausura, non è credibile».
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Chiuderebbe qui il campionato?
«Voglio spazzare via ogni incertezza. Sono d’accordo con chi dice che la stagione va finita, così non si arrabbia nessuno. Ma nei termini e nei modi giusti. La salute viene prima di ogni altro interesse. Non bisogna ripartire perché dobbiamo, ma farlo quando siamo certi che tutto andrà bene».
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Ricominciare in agosto, finire il campionato a novembre e giocare la prossima stagione nell’anno solare è una possibilità.
«È un’ipotesi. Non so se quella giusta e non so se si può fare. Di sicuro non vedo perché si debba correre adesso con tutte le problematiche e i rischi che ci sono. Dopo una sosta così lunga avremo bisogno di almeno sei settimane per verificare che tutto sia sotto controllo».
Lei ha parlato della possibilità di avere cinque sostituzioni.
«Perché non chiederlo all’Ifab come fatto eccezionale? Se si devono giocare tre partite a settimana con il caldo, dateci la possibilità di cambiare quei giocatori che non ce la fanno. A fine gara le difese immunitarie si abbassano e ci vuole tempo per ripristinare l’equilibrio fisico. Forse così ci sarebbero meno rischi».