IL ROMANISTA (D. LO MONACO) - Al quotidiano a tinte giallorosse ha rilasciato una lunga intervista Simone Perrotta, ex calciatore della Roma ed ora consigliere Assocalciatori e vicepresidente del Settore Giovanile e Scolastico, oltre che proprietario di un centro sportivo ed allenatore. Uno stralcio delle sue dichiarazioni sul momento attuale del calcio, fermato dalla pandemia:
A proposito, ma con questi protocolli quando si tornerà a giocare sui campi dei settori giovanili dilettantistici?
«Ce lo chiediamo quasi ogni giorno con Vito Tisci (presidente del Settore Giovanile e Scolastico della Figc, ndr). Abbiamo fermato finora i campionati professionistici fino all'Under 18. I dilettanti stanno aspettando perché poi nei campionati dove ci sono le categorie, le promozioni e le retrocessioni, c'è lo stesso problema che c'è tra i professionisti. Ma una cosa è certa: se i dilettanti dovranno sottoporsi ai protocolli medici giustamente studiati dalle commissioni non ci starà dentro nessuno. Arrivo a pensare che sarebbe addirittura una soluzione migliore fermare tutto per un anno intero, fino a settembre 2021».
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Certo, a pensare che all'inizio il tuo amico, collega ed ex compagno di squadra Damiano Tommasi era solo in questa battaglia fa un certo effetto. Eppure, a parte i calciatori che gli sono molto affezionati, dal mondo del calcio forse non riceve gli attestati che merita.
«Non è una novità. Io sarò di parte, ma difficilmente ci sarà un dirigente competente, colto, attento, preciso nell'esposizione, diretto e preparato come lui. Non viene trattato bene, e non c'è motivo. È un bersaglio facile, dà troppo fastidio. Già la sua candidatura a presidente federale non venne accolta bene. Tanti si sono accaniti contro di lui. Se dovesse uscire da questo mondo perderemmo tutti una mente brillantissima. Anche la tua categoria non lo ha trattato come merita».
Mi ha incuriosito un po' in questo senso l'avvio della campagna elettorale che sta facendo il candidato Marco Tardelli. Sbandiera i bilanci dell'Aic come per rimproverarvi di avere soldi che non mettete a disposizione della categoria...
«Guarda, Tardelli è stato mio allenatore nell'under 21, non voglio criticarlo. Ma è certo che quando si fanno certi titoli... Uno è riuscito a dire nel corso di una trasmissione: "Scandaloso, guardate i soldi che ha l'Aic. E non li vuole spendere". Ma come?, dico io. Ora avere un bilancio in attivo e poter contare su fondi che adesso serviranno per la categoria è diventato un motivo di scandalo? Una volta era considerato delittuoso mandare in rosso i conti. Proprio perché stanno in bilancio significa che stanno lì, pronti al disinvestimento, a disposizione delle necessità che saranno decise proprio dai calciatori. Non so che pensare, Tardelli fa la sua campagna. Ma questo è fango, è polemica senza senso. In A i calciatori con gli stipendi non avranno troppi problemi, in B di più, in Lega Pro sarà un gravissimo problema».
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Le partite dei grandi prima dell'emergenza Covid ti appassionavano ancora?
«Devo dirti la verità. Poco e solo la Roma, con mio figlio. Ci accomuna questa passione. Poi magari solo la bella partita di Champions. Ma oggi preferisco le partite dei ragazzi».