I medici sportivi di 17 club di Serie A scrivono alla Figc: "Così non si torna in campo". Poi precisano: "Nessuno è contrario alla ripresa, ma va fatto in sicurezza"

26/04/2020 alle 00:50.
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Fronte compatto da parte dei medici sportivi di ben 17 club di Serie A che hanno scritto direttamente alla Commissione Tecnico-Scientifica della Figc: un documento di venti pagine per chiedere chiarimenti da parte di Atalanta, , Cagliari, Brescia, , , Lecce, Milan, , Parma, Roma, Sampdoria, , Spal, Torino, Udinese e Verona. Si sono invece astenute Lazio, e .

"Nel caso in cui un membro del gruppo risultasse positivo non è chiaro se le attività di squadra possono riprendere regolarmente per gli atleti che risultassero negativi agli accertamenti previsti": questo uno dei dubbi più grandi espressi nella missiva, e mentre chi, come la Samp, si oppone fermamente ad una ripresa degli allenamenti nella data del 4 maggio, altri come la Roma chiedono come si gestisce l'eventuale positività di un calciatore alla vigilia di un match.

C'è poi il problema relativo a tutti i soggetti non tesserati dai club ma comunque esposti al rischio di contagio. Tecnici tv, operatori,vigili del fuoco: tutte categorie esposte al rischio di contagio.

(repubblica.it)

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«Nei giorni scorsi i Responsabili Sanitari dei club di Serie A hanno ricevuto il protocollo organizzativo e di screening proposto dalla Commissione Medico Scientifica della Figc. I Medici, con spirito propositivo, hanno elaborato e proposto delle osservazioni al fine di coniugare sicurezza ed applicabilità, inviandole all'attenzione della Commissione e della Lega Calcio Serie A attraverso l'allora coordinatore Dott.Tavana». Con una dichiarazione all'agenzia di stampa 20 responsabili medici di Serie A puntualizzano la loro posizione dopo la pubblicazione su Repubblica.it delle loro osservazioni inviate il 19 aprile, dunque prima dell'incontro delle componenti della federcalcio con il ministro Spadafora, alla commissione tecnico-scientifica sull'emergenza coronavirus della Figc. «I medici ci tengono ora a chiarire - conclude la nota - che tali documenti sono finalizzati esclusivamente alla tutela della salute dei tesserati e sperano che vengano unicamente utilizzati a tale scopo». «In sostanza - spiega uno dei medici dei club di Serie A - nessuno di noi è contrario a finire il campionato, non c'è alcuna preclusione, anzi. Siamo tutti perché il torneo venga concluso. Il problema è quando, perché va fatto in sicurezza. Noi siamo convinti che questa sicurezza si possa ragionevolmente raggiungere, e la questione decisiva dunque è la variabile tempo».

(ansa)

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