I calciatori si ribellano. Dopo la decisione di non riprendere gli allenamenti delle squadre di calcio, i rappresentanti sindacali di ogni squadra puntano l'indice sulla «illogicità» del provvedimento: "che senso ha impedirci l'allenamento, seppur in forma individuale, dentro ai più sicuri centri sportivi e consentirlo nei parchi?" I calciatori chiedono al governo «di rivedere le norme» per cancellare «le evidenti distorsioni che ne derivano»: per l'Aic si è in presenza di «una discriminazione» visto che ad altri atleti è consentito quello che ai giocatori viene vietato. «Non c'erano alternative», è la risposta di Spadafora in una telefonata con Tommasi, numero uno dell'Aic.
(La Stampa)