IL TEMPO (F. BIAFORA) - Nessuna voglia di affrettare i tempi e di sedersi sulla panchina della Roma soltanto per il suo passato da bandiera. Daniele De Rossi, come al solito, ha raccontato questo nuovo periodo della sua vita senza troppi peli sulla lingua, mettendo da subito in chiaro che non tornerà in giallorosso grazie a quanto fatto da calciatore: «Non capita di giocare 20 anni nella stessa squadra, non posso pretendere di fare la stessa cosa da allenatore. Mi piacerebbe - le sue parole a Sky - sedermi su quella panchina e penso, spero che succederà, ma c'è un percorso di crescita di cui c'è bisogno. Io lo spero che sarà perché sarò un grande allenatore e non perché sono stato un grande giocatore di questa squadra».
DDR, che ha vissuto gli ultimi mesi della carriera al Boca Juniors - «Stavo da dio, ho una nostalgia molto forte» - ha poi smentito qualsiasi tipo di contatto con la dirigenza di Trigoria per un imminente ritorno: «E vero che ho scelto io di lasciare il calcio e non io di lasciarela Roma. Nonho parlato con i dirigenti. Ho incontrato De Sanctis al Tre Fontane e mi ha scritto un dirigente per sapere come stavo. Non ho sentito nessuno e non mi ha chiesto nessuno nulla. Se mi si conosce si sa bene che non lo farò nemmeno io».
L'ex cen trocampista non ha mol ta voglia di pensare a quando inizierà il corso da allenatore - l’emer genza dovuta al Virus ha ovviamente fatto slittare l’inizio della nuova car riera - ma ha già ben chiaro quali sono i mo delli da seguire e i primi passi da compiere per imparare: «Adesso sono in stand-by, mi sento circondato da un alone di tristezza e andare lì a pensare quando sarà il corso o che squadra potrò allenare mi sembra ridicolo. Avrò bisogno di sentire e di andare a vedere tutti. Sono unbambino e penso che chi si affaccia a questa professione deve partire dal migliore, che credo che sia Guardiola. Ci sono tanti allenatori bravi in Italia: Gattuso, De Zerbi. Saranno dei viaggi professionali ma anche di divertimento. Voglio provare anche altri allenatori, voglio contattare Pozzecco, perché ha un rapporto con i calciatori di basket incredibile».
De Rossi si è congedato svelando il grande rammarico di una carriera comunque impreziosita dalla vittoria di un Mondiale: «Non aver vinto qualcosa di strappalacrime alla Roma. Mi manca tanto lo scudetto. Vengo a volte tacciato di avere poca ambizione, ma io ho avuto l’ambizione di vincere dove non succede mai. Io mi sento in pace conla testa e c'è un po’ dirammarico. Sono molto contento per la carriera, mi dispiace non aver avuto la gioia di un trofeo».