Addio Signor stile

04/04/2020 alle 16:21.
gratton

Ti sei inventato la cosa che ho cercato di imitare di più. Quel lupetto io, come ognuno che ha avuto la grazia di essere ragazzino con quella Roma lì, è la cosa che più ho disegnato su un foglio insieme all'UR col fulmine. Ho tratteggiato più il tuo lupetto e quei simboli che il nome della prima ragazza, le case con le montagne dietro, il sole giallo sul cielo blu, forse solo quello di Roma o mamma ho detto e scritto di più. Hai disegnato un marchio sapendo tratteggiare un'identità. Hai dato contorni a un sogno. È diventata l'icona di un'epoca e la storia ti ha giustamente reso onore facendo sì che la Roma più bella, bella, bella di sempre ha legato il suo nome, e il suo petto, a una tua idea, a un tuo schizzo, a un tuo disegno, a un tuo concetto, al nostro cuore. Io ti voglio bene Piero e non solo per il lupetto.

Forse sarebbe troppo fosse "solo", perché hai regalato un simbolo alla mia infanzia e mi hai permesso di sublimare le nevrosi su un foglio cercando di disegnarlo in ogni circostanza, dalla sala d'aspetto, al pomeriggio annoiato in una stanza, o come un ragazzino impegnato stile ricerca per le elementari nel tentativo di riuscire a fare quelle curve spigolose o a gomito prima di inciderci come un taglio l'occhio. Anche quello non veniva perfetto come lo avevi fatto una volta per tutte tu.


Ce lo siamo sul collo, sulle catenine, sul braccialetto. Lo abbiamo fatto d'oro o tarocco. Regalato ai bambini, raccontato - oramai - ai nipotini. Ora è tornato di moda, 
perché non è mai stato una cosa alla moda. Ora si chiama vintage quello che per te è stata un'intuizione, una visione di una Roma futura, quasi spaziale con quella maglia Pouchain a ghiacciolo e una squadra che – entrando negli Anni 80 - stava entrando anche nella leggenda. Nel cuore e sul cuore di una città. Sei il tatuaggio del sentimento che aveva quel popolo e quel tempo. Lo zaino e tutto quello che ci mettevo dentro. Quello che non mi sono mai perso.

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(Il Romanista - T. Cagnucci)

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