Pian piano anche il calcio sta aprendo gli occhi. Il presidente della Lega di Serie A, Dal Pino, all'inizio della conference call di ieri ha ribadito che con i tragici numeri di vittime e contagi ed è inutile parlare di ripresa di allenamenti o campionato. In linea teorica, da lunedì i club che spingevano per le sedute individuali (Lazio, Napoli e Cagliari) avrebbero potuto chiedere ai loro calciatori di andare in campo con la responsabilità del medico sociale. Ma molto probabilmente le società erano già a conoscenza delle misure restrittive da parte del ministro dello Sport.
Per quanto riguarda la ripresa della stagione, l'unica ipotesi ventilata è stata quella, nel caso, di dare priorità al campionato, con un calendario ipotetico che può sforare fino a luglio. Ma sono tutti d'accordo nell'aspettare segnali più precisi dal governo.
Da parte sua l'Uefa su questo argomento non è in linea con la Lega serie A: da Nyon vorrebbero mandare in vacanza per un anno il fair play finanziario, ma in cambio punterebbe a dare centralità alle coppe europee.
Anche i calciatori sono pronti a fare la loro parte. I contatti con l'Aic sono continui. È stato ipotizzato di sospendere gli stipendi dei calciatori di marzo. Mensilità che verrebbe saldata più avanti magari in maniera dilazionata. «Davanti a un danno l'Aic farà la sua parte», è il pensiero dominante del sindacato dei calciatori.
(Il Messaggero)