IL TEMPO (F. SCHITO) - Una carriera condensata in un gesto, anche se Joaquin Peirò è stato molto più di una singola giocata. L'ex attaccante spagnolo di Roma e Torino, scomparso ieri a 84 anni, è stato per due stagioni, dal 1964 al 1966, il centravanti della Grande Inter di Herrera, e proprio alla sua esperienza nerazzurra è legata la giocata che lo ha consegnato all'immortalità: un tocco a soffiare la sfera al portiere del Liverpool Lawrence nella semifinale di Coppa dei Campioni a San Siro. Un capolavoro di astuzia che è diventato il suo manifesto.
Messosi in luce con il Real Murcia, grande protagonista con l'Atleti-co Madrid dal 1955 al 1962, Peirò arrivo in Italia al Torino (due anni) prima del biennio nerazzurro e quindi, nel 1966, dell'approdo alla Roma, con cui vinse la Coppa Italia 1968-69, segnando una doppietta pesantissima nella sfida in casa del Cagliari nel girone finale e mettendo la firma anche sul successo conclusivo in casa del Foggia di Maestrelli. In giallorosso ha messo insieme 131 partite ufficiali, indossando anche la fascia da capitano. Il club ha voluto ricordarlo nel giorno della scomparsa con un lungo articolo pubblicato sul sito ufficiale della società.