IL TEMPO (F. CICCIARELLI) - I dati sul contagio da coronavirus oscillano di giorno in giorno e con loro gli orientamenti del governo del calcio, che nel tentativo di ultimare i campionati rischia di andare nel pallone. Così l’«avanti tutta» del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina nel portare a termine la stagione lascia spazio alla cautela nel giro di poche ore, perché giocare oltre la metà di luglio rischia di compromettere la prossima annata. «Oggi possiamo abbandonarci a tutta una serie di elaborazioni - ha dichiarato il numero uno della Figc a Radio Sportiva - ma abbiamo una certezza: cercare in tutti i modi possibili di salvare il campionato 2019/20 ma anche non compromettere quello del 2020/21, che ha una deadline chiara». Il 23 maggio, giusto un anno dopo la fine prevista quest'anno, in linea con l’inizio degli Europei slittati di 364 giorni. «Avremo Euro 2021 e competizioni internazionali dei club. Non possiamo commettere l'errore, già fatto lo scorso anno, di partire oltre metà agosto. È evidente che oltre metà luglio diventa complicato andare avanti con il campionato 2019/20. Dobbiamo essere realisti e capire che la situazione è in continua evoluzione, riprendere i campionati è la scelta più giusta e abbiamo il dovere di approfondirla. Stiamo lavorando anche su ipotesi alternative, dobbiamo fare un percorso maturo per dare risposte concrete a società e tifosi». La Lega Serie A intanto si muove per far fronte alle ricadute economiche dello stop al campionato e dopo aver presentato una serie di proposte alla Figc prova ad avviare una concertazione sulla riduzione degli ingaggi dei calciatori. Il presidente Paolo Dal Pino e l’ad Luigi De Siervo hanno annunciato al presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi la presentazione di un piano collettivo per gli stipendi entro lunedì, giorno in cui l’AIC si riunirà in consiglio. La proposta della Lega partirebbe dalla sospensione dei compensi come misura transitoria, in attesa di capire se e quando si tornerà a giocare. Le riflessioni sul tema sono già in atto e si snodano lungo due direttrici, da un lato un tavolo di lavoro indetto dalla Lega e dall’altro le trattative individuali. Le discussioni informali che si sono sviluppate tra diversi calciatori lasciano filtrare una disponibilità di fondo, su cui andrà innestata la trattativa. Si guarda in casa Juventus, dove i senatori Chiellini - consigliere Aic - Buffon e Bonucci hanno sottoposto ai compagni tre soluzioni che prevedono la rinuncia dai 45 ai 90 giorni di stipendio sui 120 in esame. Sul tema si è espresso anche il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Penso che ci si arriverà. Magari si stanno già definendo degli accordi - ha spiegato a Radio 24 - perché un conto è togliere il 30% a un giocatore che guadagna 10 milioni netti e un conto farlo a un professionista di Serie B o C. Credo sia giusto che chi ha maggiori possibilità cerchi di aiutare, come sta già accadendo in altri paesi».