Michele Uva: «Lavoriamo per salvare tutto»

26/03/2020 alle 15:13.
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Michele Uva, vicepresidente Uefa, ha rilasciato una lunga intervista pubblicata sull'edizione odierna del quotidiano in cui ha parlato dell'emergenza sanitaria mondiale in atto e delle inevitabili ripercussioni che il Coronavirus porterà sul mondo del calcio e dello sport in generale. Queste alcune delle sue parole:

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Quando si tornerà a prendere a calci il pallone?
«Chiunque indichi in questo momento una data lo fa o in maniera emotiva o perché spinto dall'individuare un vantaggio. Non è possibile dare una risposta. Chi dà risposte adesso vuol dire che non è ancora padrone della realtà che ci circonda».

L'Uefa quando ha compreso appieno che era scattato l'allarme rosso?
«Non foss'altro perché io sono italiano e avevo report in diretta di ciò che accadeva nel nostro Paese che è stato colpito per primo, all'Uefa erano tutti consci della gravità della situazione. A noi fanno riferimento 55 Federazioni e quindi 55 nazioni che non erano sincronizzate sullo stesso livello di emergenza. Si andava da chi ospitava 80 mila spettatori a chi giocava a porte chiuse. Contesto chi dice che ci siamo mossi tardi, abbiamo cercato il 17 marzo l'unanimità e l'abbiamo trovata grazie al lavoro che precedentemente avevamo fatto. E per essere efficaci occorre muoversi in maniera univoca e armonica: la forza e la leadership del presidente Ceferin è stata evidente. Magari ci fosse stato questo atteggiamento da parte dell'Europa. L'azione trasparente e condivisa e unanime è un qualcosa che non è avvenuto a livello di Unione Europea dove azioni individuali ed estemporanee hanno dato un brutto spettacolo a chi ha sempre creduto nell'Europa unita. E i cattivi risultati sono evidenti».

Avete spostato l'Europeo al 2021 confermando la dislocazione nelle 12 sedi. Che manifestazione si aspetta?
«In cui il piacere dei tifosi di sentirsi tutti europei sarà ancora più forte. Me lo immagino con una potenza emotiva superiore. Abbiamo fatto un sacrificio a beneficio del sistema calcio europeo. Faremo un sacrificio economico e organizzativo, ma la Uefa ha riserve di flessibilità, redditività e difesa finanziaria per fronteggiare e attenuare i danni provocati dal Covid 19».

La competizione si accavallerà agli Europei Femminili. Troverete un'altra data per la competizione relativa alle donne?
«Sia gli Europei delle ragazze sia quelli Under 21 verranno collocati in altre finestre che consentano alle rispettive manifestazioni di godere della giusta attenzione. L'Europeo femminile si svolgerà in Inghilterra che è un Paese in cui il calcio delle ragazze sta esplodendo Tra l'altro dovremo prima comprendere quando si svolgeranno esattamente le Olimpiadi di Tokyo».

Anche il calcio con questa legnata economica dovrà trovare nuovi equilibri. I calciatori dovranno rinunciare a una parte dello stipendio?
«Sono d'accordo con Damiano Tommasi, giusto mettere sul tavolo tutte le carte ma dare la giusta priorità ai problemi. L'Uefa in questo campo non ha giurisdizione, essendo i contratti di natura individuale tra datore di lavoro e dipendente. Credo che anche ai giocatori convenga che il sistema resti in piedi: col buonsenso si individuerà una strada condivisa e congrua. Bisognerà vedere anche come e quando si riprenderà a giocare».

A logica possiamo immaginare a una ripresa con le porte chiuse?
«Su questo decideranno i governi politici e sportivi. Credo che la ripresa graduale sia in questo momento la più probabile. Anche perché quando si ripartirà, nella gente ci sarà una voglia di calcio e di sport fortissima. Per cui dovremo fare attenzione a riempire gli stadi, bisognerà farlo ovviamente solo quando saremo in sicurezza piena. Le presenze negli stadi saranno da record».

Per la conclusione della e dell'Europa League a cosa sta pensando l'Uefa?
«Abbiamo dato priorità al completamento dei campionati nazionali ovviamente con l'integrazione delle finestre per concludere le Coppe europee.  La commissione Uefa, Eca e EL ha sul tavolo diverse soluzioni per lavorare armonicamente anche con opzioni di sforamento di date. Tutte le formule sono possibili. La risposta l'avremo quando riprenderanno i campionati nazionali. Non abbiamo ragionato in maniera egoistica mettendo in prima fila le coppe internazionali. Una cosa è certa: il Financial Fair Play e i sistemi di controllo ci saranno e non saranno congelati. Non verranno cancellati anche se potranno essere adottati degli aggiustamenti per fronteggiare lo tsunami che ha travolto il mondo e quindi anche il calcio. Sempre con trasparenza, condivisione e unità».

(Tuttosport)