IL TEMPO (F. CICCIARELLI) - Il calcio va avanti e vuole farlo con le proprie gambe. È questa la sintesi della giornata in cui si è svolto il tavolo anti-crisi convocato dal presidente federale Gabriele Gravina, al lavoro con tutte le componenti federali - i presidenti delle quattro leghe Dal Pino, Balata, Ghirelli e Sibilia oltre a Tommasi, Ulivieri e Nicchi in rappresentanza di calciatori, allenatori e arbitri - per trovare una via d'uscita comune dalle difficoltà imposte dal coronavirus, ma soprattutto per provare a concludere la stagione.
Le proposte messe insieme dalla Figc per fronteggiare la crisi si snodano in due direzioni. La priorità è rappresentata da una serie di richieste urgenti per far fronte alla crisi di liquidità che rischia di mettere in ginocchio le squadre. Niente contributi diretti, il calcio chiede il riconoscimento dello stato di crisi, il differimento delle scadenze fiscali, contributive e assicurative, l'estensione della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà per serie B e C fino ad un massimo di 50 mila euro lordi, la proroga delle concessioni degli impianti e la sospensione del pagamento dei canoni di locazione e concessione. A queste richieste seguirà a metà aprile una seconda tranche di proposte, tra cui l'istituzione di un Fondo Salva Calcio per finanziare la tenuta in sicurezza e la ripartenza delle società in crisi di liquidità.
Restano in sospeso alcuni punti come il rinvio del pagamento dei vari adempimenti, la rinegoziazione dei contratti sportivi e amministrativi di primo livello e il prolungamento della fine della stagione oltre il 30 giugno. Quest'ultimo aspetto è già al centro delle interlocuzioni con le istituzioni internazionali, passo indispensabile per provare a completare il campionato. «Saremmo tutti contenti - ha spiegato Gravina a Sky Sport - di finire le stagioni sul campo. Siamo in contatto con la FIFA per le proroghe sui contratti, l'ideale sarebbe andare fino al 30 luglio. Se non si potrà giocare vorremmo salvare il valore della competizione sportiva». Quindi assegnare lo scudetto. «Ne stiamo parlando ma spetta a Consiglio Federale decidere. Mi piace comunque pensare all'idea che il campionato venga finito, dobbiamo definire gli organici per la prossima stagione, dalle coppe europee a promozioni e retrocessioni». Escluso un allargamento della Serie A a 22 squadre: «Non penso sia percorribile». Gravina ha inoltre annunciato che il centro tecnico di Coverciano sarà a disposizione per l'emergenza coronavirus.
Ieri il capo ultrà dell'Atalanta Claudio Galimberti ha chiesto al presidente orobico Percassi di non riprendere la stagione. «Bergamo e la sua gente vengono prima della nostra squadra. Un giorno vinceremo lo scudetto, ma ora esultare per un gol di Gomez non ha più senso». In serata il ministro dello Sport Spadafora ha annunciato a «Chi l'ha Visto»: «È molto difficile che il 3 maggio possano riprendere le competizioni sportive, incluso il calcio».