L'Europa comincia a temere il peggio e chiude le porte degli stadi, ma non tutte. L'Uefa infatti su Champions e Europa League non cambia idea: si deve andare avanti. L'unico sistema adottato è quello di affidarsi alle decisioni dei singoli organismi istituzionali (Governo e Ministero della Salute), che dovranno stabilire, via via, se sarà il caso di lasciarsi andare alla normalità o di giocare a porte chiuse. Da vedere cosa succederà quando, e se, il nostro campionato verrà chiuso e se succederà lo stesso altrove. L'Uefa si dovrà interrogare, cercare strade alternative: oltre alle porte chiuse, magari il campo neutro.
Ad esempio Siviglia-Roma di Europa League, in programma il 12, si potrebbe giocare a porte chiuse mentre Barcellona-Napoli di Champions, no. Il ministro della Sanità spagnolo sostiene che «la gara non è in pericolo e non c'è alcun rischio che si possa giocare a porte chiuse. Abbiamo deciso di chiudere gli stadi solo per le quelle che prevedono l'arrivo di persone dalle zone rosse». Chiaro, no? Napoli non è in zona rossa, ma non lo è nemmeno Roma. Però a Siviglia non si vogliono correre rischi.
(Il Messaggero)